Porto Ercole

Porto Ercole

sabato 27 novembre 2010

MASCHI E FEMMINE

Riporto integralmente perchè non potrei trovare parole migliori per spiegare tante delusioni.
" Grazie a connessioni molto sviluppate tra i due emisferi del cervello, noi donne siamo più brave ad integrare le informazioni del cervello logico con quelle del cervello intuitivo. Per noi è più facile impegnarci in un discorso mentre facciamo altro. Gli uomini al contrario, difficilmente riusciranno ad ascoltarci con attenzione se sono concentrati su qualcosa. Uomini e donne parlano lingue diverse. Con le nostre numerose e potenti connessioni tra i due emisferi ci viene facile accedere alle emozioni ( a destra) e a tradurle in parole ( a sinistra). Invece senza tutti quei connettori i maschi fanno molta fatica. Ecco che nelle loro conversazioni tendono ad essere oggettivi e a trattare di argomenti concreti ( politica, affari, sport) con l'obiettivo di giungere con logica ad un punto definito. Noi invece parliamo di sentimenti: anche quando parliamo di un fatto preciso non facciamo economia di dettagli che, magari, ci allontanano dal punto, ma aggiungono atmosfera al racconto. Gli uomini ci accusano di cianciare del nulla, in realtà quello è il nostro modo di costruire legami, empatia e comprensione. Risultato: loro si infastidiscono e noi ci sentiamo incomprese e frustrate. Inoltre la soglia di attenzione di un uomo è mediamente di 5 minuti contro i 15 della donna. Dunque, per farci ascoltare dagli uomini, care donnine, è fondamentale non sprecare tempo e arrivare subito al punto, concetti chiari e poche parole."  ( Mara Locatelli, giornalista).
Ma che p.....però...adesso per evitare i malumori, i dubbi, le frustrazioni nel rapporto con l'altro sesso dobbiamo anche insabbiare la nostra voglia di esprimerci con tutte le nostre emozioni e la nostra sensibilità? Rabbiaaaa!!!  

giovedì 25 novembre 2010

" Io non so aspettare e non voglio farlo, nell’attesa i mostri prendono forma e si ingigantiscono, mangiano le ore per crescere e mangiarmi. Non sento curiosità nel dubbio, nè fascino nella speranza, fossi stata Eracle, non mi sarei fermata al bivio. " ( Lo spazio bianco, Valeria Parrella)

" Ogni episodio.....che mette in scena l'assenza dell'oggetto amato - quali che siano la causa e la durata - e tende a trasformare questa assenza in prova d'abbandono.

Tumulto d'angoscia suscitato dall'attesa dell'essere amato in seguito a piccolissimi ritardi (appuntamenti, telefonate, lettere, ritorni)." ( Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso)

" Nella tragedia greca gli  eroi assenti sono quelli la cui mancanza appare come un dato provvisorio e contingente, non come un fatto stabile e definitivo , e il cui arrivo è oggetto di un’attesa spasmodica, che diventa il fulcro stesso del dramma" ( Nicola Stanchi, La presenza assente. L’attesa del personaggio fuori scena nella tragedia greca)

Tre citazioni per trattare il tema dell'attesa. Si dice che l'attesa aumenti il desiderio, che l'attesa sia più importante dell'oggetto atteso, che l'attesa alimenti l'amore...io mi sento molto di più vicina come significato a ciò che viene affermato dagli autori a cui ho attinto: attesa che fagocifera, attesa che angoscia, attesa che conduce al dramma quando spariscono le coordinate di riferimento spazio-temporali perchè non sai nè quando nè dove puoi aspettarti di colmare l'attesa...non avrei mai voluto trovarmi nei panni di una novella Penelope, la donna che aspetta per antonomasia   eppure sembra essere questa la condizione imprescindibile del mio vivere attuale...e non vorrei che lo fosse anche nel futuro...perchè io non so attendere...




giovedì 18 novembre 2010

RICORDI

Domenica a tavola sono emersi vecchi ricordi, in occasione del festeggiamento a mio fratello che ha pescato ben 3 spigole! Evento memorabile per lui, orgogliosissimo per esserci riuscito dopo innumerevoli e annosi tentativi e per noi tutti, memori delle grandi abbuffate di pesce fresco che ci facevamo quando il mio babbo buttava le sue amate reti....Partiva la sera tardi con il guzzetto di legno e il motorino a 2 cavalli che erano più le volte che emettendo un rantoloso  glugluglu finiva sott'acqua e si spegneva, che le volte che funzionava...( anche se il gluglugluglu era il suo riconoscibile suono anche quando funzionava, più che il rombo di un bel motore giovane e in buona salute...). Insomma il mio babbo buttava le reti la sera, sotto lo sguardo vigile del gatto Leonzolo Patonzolo ( ohè! così si chiamava, giuro!) diligentemente accovacciato a prua, e le ritirava la mattina presto, sempre col gattone rossiccio a prua, ma stavolta "in piedi" e  più che mai interessato al bottino. Una volta successe che il mare di fronte alla spiaggia di Santa Liberata montava e montava. Le onde si stavano facendo sempre più  minacciose per le reti, che rischiavano di perdersi. Mio babbo, incurante della tempesta che si stava avvicinado e delle richieste imploranti  di mia mamma, di mia sorella e mie di non imbarcarsi e lasciare le reti al loro destino, trascina con sè suo genero e mio futuro marito nel tentativo di recupero. Partono, questa volta senza gatto, prudentemente rimasto a terra... e gliugliugliu e glugiu gliugugu la barchetta prende il largo fra onde sempre più alte, mare in tempesta, un cielo plumbeo e minacciose nuvole scure dense di pioggia che inizia a cadere fitta.  Adesso immaginatevi la scena: la barca  che appare e scompare a tratti,  inghiottita dal mare e fatta risalire dalle onde, il motore che esala l'ultimo respiro,  uno dei remi che si spezza nel tentativo di guidare l'imbarcazione a mano, questa ormai in preda degli eventi e tre donne  più un gatto in fila sulla battigia con le mani nei capelli  scompigliati da un  vento fortissimo ( Leonzolo con il pelo sparato al contrario) e il brivido che li percorre quando vedono la barca con i due uomini, anche loro oramai con le mani nei capelli, sollevata da un'onda più alta delle altre, fatta quasi volare verso gli scogli e anzichè essere sbattuta contro questi con le terribili conseguenze che vi lascio immaginare, adagiata dall'altra parte della scogliera, come se una enorme mano avesse accompagnata lei e il suo preziosissimo contenuto, alla salvezza.  A ripensarci oggi sento ancora quella grande paura che provai e credo che fu veramente un miracolo, non solo che il mio babbo e mio marito  uscirono illesi dall'avventura, ma che le reti furono ritrovate la mattina dopo sulla spiaggia, ingarbugliate certo, strappate per lo più e con un bel pò di pesce intrappolato nelle maglie!!!

mercoledì 10 novembre 2010

il du

Rimugino. Sempre, dovunque e comunque. La mia mente sembra uno gnu mentre rumina la paglia della savana, una mucca che mastica l'erba della montagna, una giraffa che rigira tra le mascelle le foglioline degli alberi.  Ma non un animale per volta, la mia mente rimugina  come fanno le guance di questi 3 animali tutti insieme mentre mangiano. Avete la scena davanti agli occhi no? Ho reso l'idea? Bene. Dunque rimugino...su quello che ho fatto su quello che sto facendo su quello che farò. Rimugino riguardo ciò che ho mangiato, su quello che ho visto in tv, in palestra, in strada, a scuola...rimugino sugli abiti mi metto, su quello che mi metterò fra una settimana, un mese...rimugino sul lavoro da fare, sui libri da prendere, sul giornale da leggere, su quel che mi aspetta, sul perchè di quel che mi accade, sul comportamento degli altri, amici e non amici, conoscenti, gente che passa, che parla che agisce. Rimugino sulle decisioni da prendere, su quelle che gli altri potrebbero prendere in relazione alle mie,  sul mio rapporti con me stessa e con quella che vorrei diventare, rimugino sulla giornata appena trascorsa e su come potrebbe essere  domani. Qualcuno mi dica come fermare i pensieri, questo turbinio di parole che girano in tondo, si rincorrono, più corte, più lunghe, che si intersecano e si scontrano...e quando si scontrano...

lunedì 8 novembre 2010

Manti stradali

Scrosci d'acqua, buio totale, i tergicristalli che non ce la fanno a togliere la pioggia dal vetro...paura, panico, terrore...improvvisamente visibilità, strada quasi asciutta, andatura regolare...in meno di 2 secondi! Lì piove a dirotto, qui sembra quasi non piovere ...stessa macchina stesso posto, stesse persone in viaggio e allora? Il mistero è presto svelato: manto stradale. Pericolosissimo quello di vecchia generazione che non riesce ad assorbire la pioggia e fa slittare le gomme come se si muovessero su un lasctrone di ghiaccio, perfettamente accessibile ai guidatori quello drenante che permette all'autovettura una perfetta aderenza e una buona possibilità di frenata anche nel caso del tipo di temporali a cui assistiamo negli ultimi tempi...e allora se rinasco e mi ributto in politica voglio fare la Sovraintendente ai manti stradali. Almeno, se divento una sovrintendente con le palle, combattiva, irreprensibile e incorruttibile, posso lottare affinchè  una parte dei soldi buttati oggi  in fesserie, auto blu, privilegi dei nostri politici, potranno servire a mettere in sesto le strade su cui ogni giorno, in caso di pioggia, milioni di italiani rischiano la vita per non aver adeguato l'asfalto alle norme di sicurezza...Vergogna!

martedì 2 novembre 2010

PRIMULA ROSSA

 Sfuggente, inafferrabile, misterioso e ancora,  orgoglioso e coraggioso....sono le caratteristiche del protagonista nobile inglese sir Percy Blakeney,  il leggendario Primula rossa,  eroe del ciclo di romanzi scritti dalla baronessa Emma Orczy e pubblicati in fascicoli agli inizi del 1900. Un noto astrologo facendo l'oroscopo in tv ieri, mentre assegnava due miserevoli stelline di fortuna agli acquari, paragonava i nati sotto questo segno a delle "primule rosse" appunto nel senso di persone che è difficile ricondurre sotto una precisa tipologia di comportamenti. Il mutamento, il cambiamento, l'evoluzione, insomma il cambiamento come concetto generale, ruoterebbe intorno agli acquari per qualsiasi tipologia di ambito vogliamo ricercarli, nell'amore come nel lavoro, nei rapporti umani come nel loro rapporto con l'ambiente che li circonda.  Se riconduco tali caratterizzazioni a me medesima, qui stante a sviscerarmi di domande sul perchè sia stata sempre  irrequieta, sempre alla ricerca di qualcosa che mi dia soddisfazione ( diffido i maschietti a fare della facile ironia!) effettivamente posso riconoscermi in alcuni aggettivi sopra menzionati...sfuggente e inafferrabile relativamente ai miei pensieri, a quello che mi passa per la testa, a ciò che non può essere niente altro che mio...misteriosa? Magari! Avrei raggiunto uno degli obiettivi di chi sa sedurre gli altri senza per forza essere bellissime, simpaticissime, intelligentissime...orgogliosa? Si sono orgogliosa di avere una figlia come la mia, delle cose che sono riuscita a realizzare nel lavoro, meno  rispetto al presente per come sono costretta a rinunciare alla mia natura vivace e curiosa...infine ...sono coraggiosa? Se il coraggio si vede dalla generosità con cui si rischia di mettere a nudo i propri sentimenti e il proprio credo, forse la Primula rossa si spendeva di più per gli altri...io preferisco agire senza forzature, per "donarmi" con sincerità e passione anzichè per convenienza e formalismo...