Porto Ercole

Porto Ercole

lunedì 11 marzo 2013

Mi resta ancora.

Ho troppi buchi nel cuore.
Ma quello che resta è allegro.
Respinge
Adesso
che gli occhi si bagnano
di novelle delusioni,
risa false
parole al vento
energie sprecate
di chi non ha compreso
che quel che resta
ancora dopo tutto,
è quanto di più prezioso
possa trovare.

domenica 10 marzo 2013

Di colpi in colpi...

A forza di colpi  ..della strega! ( cosa avevate capito eh?!?!!?) rischi di sentirtici davvero una vecchia magera! Sei quasi rassegnata a trovarti periodicamente piegata in due e neanche in avanti, ma di lato, inclinata a 65% rispetto al pavimento, impossibilitata a compiere qualsivoglia movimento pena fitte indicibili e manifestabili tramite gemiti o urla se, dimenticandoti per un istante della tua penosa condizione, ti alzi di scatto dal posto dove fra indescrivibili contorcimenti eri riuscita a posarti  Ecco. Trasferite questo quadro già di per se deprimente, in un luogo in movimento ondulatorio e sussultorio, dotato di sedute scomode e rigide, al quale si accede rampando scaloni tanto alti che per arrampicarsi occorre essere dotati di articolazioni da contorsionista , tanto più se le mani sono occupate dalle valigie e la borsa a tracolla è pesante come un macigno tante le cose che hai pensato bene di portarti oltre quelle già messe in valigia... Ebbene si, ieri sono partita con il mio bravo colpo della strega in ..treno! Il problema non è stato tanto quello di riuscire a trascinare la valigia giù per le scale, metterla in macchina, mettermi io stessa al volante, riuscire a muovere i pedali per far camminare la macchina, scendere dalla macchina ( sempre piegata in due), togliere la valigia dalla stessa, mettermi a tracolla il borsone ( dall'altra parte dell'inclinazione forzata del corpo in modo da compensare il piegamento)  salire sul treno, ( ohi ohiii ohiiiiiii ) farmi strada tra la folla nei corridoi come se fossi due persone, visto che lo spazio che si occupa in tali condizioni segue una linea orizzontale più che verticale, trovare un posto, sedercisi alla velocità di un bradipo, con gli altri passeggeri spazientiti perchè impossibilitati a passare finchè non mi fossi seduta... Il problema è stato quando, dopo tre ore di treno praticamente nella stessa posizione di partenza, hai dovuto alzarti per scendere, fra gli sguardi attoniti e misti fra ribrezzo e pietà della gente, che ha assistito allo spettacolo di un corpo deforme che si materializzava da un seggiolino, si contorceva  verso l'uscita e rimaneva con i piedi uno su uno scalino e uno su un altro a mò di spaccata mentre lanciava la valigia giù sul marciapiede della stazione chiedendosi in che modo e quando sarebbe riuscita a raggiungerla...