Porto Ercole

Porto Ercole

martedì 23 agosto 2016

Polpo al fuoco.

Stasera mi faccio un polpo. Sta già nell'acqua che bolle e bolle. Mentre gli toglievo gli occhi mi dispiaceva un pò che stava lì nel mio acquaio anzichè ancora libero abbarbicato allo scoglio nel suo mare. Ma tant'è, il destino è destino....è finito nella rete e io l'ho comprato e adesso sta cuocendo nella mia cucina. Stavo però riflettendo che lui non ha potuto scegliere. Non sapeva esistessero reti e uomini pronti a catturarlo. Il suo mondo era circoscritto tra alghe e sassi. La sua vita semplice scorreva tra la caccia al cibo e una bella nuotata. Se avesse saputo probabilmente sarebbe fuggito lontano da quella cosa a rete fitta o avrebbe visto i suoi simili rimanerci impigliati e avrebbe usato ogni tipo di strategia per non fare la stessa fine. Ma non sapeva. Noi umani si...noi sappiamo.  Abbiamo anche  visto più e più volte cadere gli altri in reti che non ci piacciono o ci fanno paura. E come ci comportiamo noi? Invece di fuggire il più lontano possibile, come sarebbe intelligente e logico, il più delle volte ci facciamo intrappolare. Non sarà una rete come le altre, pensiamo. La nostra è diversa, più buona, noi non saremo così stupidi da cadere negli stessi errori che hanno fatto gli altri. Sapremo cavarcela. Allora per quale motivo dopo ci facciamo tante domande - Se avessi saputo...io non credevo che..pensavo fosse diverso...-Le reti non sono tutte uguali, è vero. Anche noi siamo diversi nel tempo e nello spazio ogni volta che una rete potrebbe catturarci. Eppure...eppure la storia si ripete.La mia conclusione? Il polpo è quasi cotto. Dopo lo farò raffreddare nella sua acqua perchè si mantenga morbido. Lo gusterò senza pensare ai suoi occhi. E probabilmente cadrò nella prossima rete. Nonostante tutto.

mercoledì 18 maggio 2016

Rosa rosae rosae rosam rosa rosa

Non danno tregua. Sono i venditori di rose.Prendi il bicchiere per bere e arrivano mettendoti una rosa sotto il naso. proprio a toccarlo il naso. Al tuo - No grazie-e, dopo una serie improbabili di scuse- Non siamo una coppia- E' già passato il tuo collega-Le rose mi fanno starnutire-Mi piacciono le rose gialle e tu le hai solo rosse- Ebbastaaaa!!!- Di nuovo -Grazie no, non prendo nulla-Siamo una coppia ma ci stiamo lasciando- Siamo una coppia ma sposati da venti anni- Siamo una coppia ma abbiamo rispettivi amanti- Siamo una coppia gay, non sappiamo chi dei due deve regalare la rosa all'altro-, finalmente se ne vanno. La loro presenza resta nei discorsi successivi. - Ma secondo voi riescono a vendere qualche rosa? E dove le prendono? E a chi devono dare i soldi? E dove dormono, e di dove sono, è pieno di extracomunitari ambulanti che andassero a lavorà, ecc ecc, Nel momento delle domande esaurite, ecco che ne arriva un altro. Ricomincia la solita solfa. Adesso, quando sei a cena al ristorante e non arrivano, ti chiedi se non sei nel posto sbagliato e dovrai mangiare male...Una sera ho incontrato un amico nella strada sotto casa. La città deserta, eravamo solo noi due. No, mi sbaglio, eravamo noi due e un venditore di rose in bicicletta che ha sfrecciato proprio davanti a noi appena ci ha visto, gridando:-Rosa???- e inchiodando speranzoso subito dopo. Sarà stato il buio, sarà stata la strada deserta, sarà che un venditore di rose in bicicletta e perdipiù  fuori da un locale pubblico non l'avevamo mai visto, siamo rimasti senza parole. Solo dopo un po' e sempre alla presenza dell'ambulante,  il mio amico mi guarda con aria interrogativa e poi mi fa con un filo di voce:- Ma non ti chiami Carla?  
 

domenica 10 gennaio 2016

Ordine!

Stavo guardando la mia nuova casa. Ogni elemento dell' arredamento al suo posto, come lo avevo immaginato. Eppure ogni tanto mi ritrovo a spostare gli oggetti. Piccoli cambiamenti, che sul momento mi soddisfano. Poi riguardo il tutto e torno a mettere ogni cosa nel posto della sua prima volta. Questi movimenti, alla fine inutili dispendio di energia, credo siano il segnale della svolta. Dopo un lungo periodo segnato da importanti cambiamenti nella vita affettiva, in quella sociale ed economica, probabilmente in questa fase di assestamento e di " posa",  è come se mi mancasse qualcosa. Non riconosco la mia mente, per anni ad interrogarsi sul futuro, sulle azioni da intraprendere, sull' instabilità,. La mia mente non ha mai veramente conosciuto la calma della strada in pianura. La mia mente non conosce le coordinate di una vita senza ostacoli. La sta annusando, la tocca sfiorandol a,  quasi temi di disturbarl a.  Ogni oggetto spostato è il tentativo di riconoscermi nel disordine che mi ha sempre caratterizzato. Gli oggetti di questa casa devono visualizzare un ordine non ancora interiorizzato. Un amico è impazzito nell' accontentare il mio desiderio che i quadri che  attaccava al muro, seguissero  la stessa linea e ritmo. Aspetto l' inevitabile scombussolamento di percorso con rassegnazione.  Ma anche con gli angoli della  bocca pronti al sorriso. Per riappropriarmi di quella che ero. Che non voglio perdere ancora.