Porto Ercole

Porto Ercole

mercoledì 22 luglio 2015

Uno sguardo su Portorico.

Sono a Portorico da poco più di dieci giorni. Sarebbe pretenzioso pensare di conoscere un paese e il suo popolo dopo così poco tempo.  Ma già se ne  possono percepire l' atmosfera, se  ne possono cogliere le  emozioni che trasmette e avvertirne  le sensazioni a pelle. Posso affermare senza ombra di dubbio che relativamente a questi ultimi aspetti, il popolo portoricano trasuda di sabor, di allegria, di gioia di vivere. Quella gioia di vivere che ti accompagna con i ritmi della salsa in ogni ora del giorno e della notte. Per strada, nei locali, nei negozi, sulla spiaggia. Quando in Italia gli appassionati della salsa affermano che hanno fatto di questa  musica " Il loro stile di vita" non credo che si rendano conto del vero significato di questa espressione.  Per i portoricani la salsa non è uno stile che puoi o non puoi indossare. È il loro modo di essere. E' il sorriso che ti rivolgono quando li incroci per strada. E' il calore con cui ti salutano, anche se non ti conoscono. E' la curiosa abitudine di portarsi in spalla le seggioline pieghevoli, in occasione delle numerose feste patronali, che richiamano centinaia di persone nelle piazze. È nel modo di giocare dei bambini sulla spiaggia, che senza secchiello e palette, si divertono comunque, correndo verso il mare e tuffandosi nelle onde senza paura o costruendo grandi castelli di sabbia.È nella gentilezza di farti attraversare la strada, dandoti la precedenza con pazienza. È nel modo conviviale di mangiare, sempre con la musica di sottofondo e la cerveza pronta sul tavolo . È nel loro modo di ballare, semplice e nello stesso tempo armonioso. È nel rispetto per la bellezza della natura,  per il decoro con cui mantengono la vecchia San Juan, una delle più belle città fra quelle che ho visitato. Insomma,  la salsa qui rispecchia pienamente una vita che i portoricani godono pienamente, con la sinestesia di tutti i sensi e varrebbe la pena, qualche volta, abbandonarsi alla leggerezza del loro vivere.

venerdì 10 luglio 2015

Partenza.

 Sono arrivata al punto che la voglia di fare cose era di gran lunga inferiore ai ricordi delle cose fatte. Stavo rischiando di rimanere sepolta dai ricordi. Vecchi. Vecchi ricordi intendo. Perché invece quelli di ieri, di due giorni fa, diciamo pure di un mese fa, sono ricordi ancora stimolanti, quelli che ti fanno venire voglia di riprovarci subito. Quelli vecchi soffocano, ti letargizzano, a volte anestetizzano. Così parto. All' avventura, in un posto lontano. :- Potevi andare più semplicemente, che ne so, in una bella e ridente cittadina di montagna, visto che al mare ci abiti? O ad un concerto nostrano, un cinematografo all' aperto, lo scialle sulle spalle e la luce noiosa delle abitazioni vicine che crea strane ombre sui visi degli attori? Con in sottofondo la voce di Frizzi, che tra una battuta e l' altra ci chiede se e' vero che gli italiani sono ancora mammoni e le fidanzate gelose delle suocere? No eh? - Il torpore si  sconfigge con le scosse.. Con le paure, con l' ansia, l' adrenalina...ci sono ancora nella mente e stanno affiorano man mano che si avvicina il giorno della partenza. Sono vive e premono, spingono con forza i ricordi passati per fare strada a quelli,  nuovi, con i quali mi cullero', beata,  almeno per un po'.