Porto Ercole

Porto Ercole

giovedì 20 giugno 2013

Se solo potessi.

Se solo potessi guardarti da lontano, nascosta ai tuoi occhi dal divertimento che emani intorno, dalla gioia con cui gesticoli, ridendo tra gli altri...col mare che luccica e il sole caldo di cui ti nutri.
Se solo potessi parlarti, con un gesto della mano, richiamarti a me e una volta vicino dirti: - Io ci sono-
Se solo ti vedessi allontanare,  immemore di quello che è stato e di quello che ho creduto che fosse, di nuovo confusa  tra i tuoi pensieri....
questo solo basterebbe per riprendere la mia strada.   

giovedì 13 giugno 2013

Paure.

Mi mettevo nel lettone di nonna Santina e fissavo quel quadro. Ero piccola ed erano i tempi in cui, d'estate, alle due del pomeriggio, i bimbi dovevano fare il sonnellino. Il quadro sembrava venire verso di me. C'erano gli occhi di Sant' Antonio che mi fissavano, con quei fiori, di cui non conoscevo ancora il nome, in mano e accomodato su un braccio del santo, il Bambino Gesù, bello, con i riccioli biondi e grassoccio, con la manina alzata nel segno della benedizione. La camera di mia nonna era al buio, con le tende tirate per non far entrare il caldo, e la cornice di legno massiccio contribuiva a rendere il tutto ancora più cupo.  Non riuscivo ad addormentarmi, naturalmente. Pensavo che da un momento all'altro quelle figure si sarebbero staccate dal muro, avrebbero preso una dimensione corporea e sarebbero volate nella stanza, lasciando lo sfondo bianco e una cornice vuota. Il momento della fine del riposino diventava una liberazione. Non era successo nulla di quello che temevo, ma il giorno dopo la cosa si sarebbe ripetuta nello stesso modo. Ancora adesso, se devo entrare in una chiesa che non conosco, lo faccio con aria guardinga,  evitando le nicchie dove potrebbero nascondersi quadri con le cornici di legno massicce, rappresentanti immagini sacre o Cristo appeso in croce,  specialmente se le sculture sono di legno. La mia voglia di conoscenza spesso mi costringe alla razionalità e mi soffermo ad osservare i quadri che ornano i luoghi di culto dei Paesi che visito, ma con l'angoscia che cresce e che mi costringe ad uscire di fretta all'aria aperta. Oggi si festeggia Santo Antonio. Mi piace questo santo, dall'aria mite e benevola, a guardarlo nell'iconografia tradizionale con gli occhi dell'adulta.. A Padova mi sono appoggiata al sarcogafo che conserva le sue spoglie, con la consapevolezza dello scettico che riconosce il valore affettivo che la mia famiglia ha sempre avuto per lui. E con questo post faccio anche gli auguri di buon onomastico alla mia mamma Antonia e a tutti quelli che si chiamano Antonio.    

lunedì 10 giugno 2013

Quattro sorelle in barca

-Eh! Lo scirocco è brutto a Porto Ercole!-  La mia mamma parte in sordina. Sembrano frasi buttate là, mentre si discorre placidamente durante il pranzo della domenica. Magari di tutt'altra cosa.  Il curioso è che dopo essere passati nella conversazione su altri argomenti già da un pò, la mia mamma riprende. Questa volta ci mette il carico. - Io per lo scirocco una volta ci stavo perdendo la vita- dice...e continua, sicura che intanto tutti noi abbiamo alzato gli occhi verso di lei, le forchette a mezz'aria, gli orecchi "inorecchiti" , pronti a sentire una nuova surreale storia al tempo della sua giovinezza scapestrata.  - Una volta partiamo io e quattro suorine giovani, più una cugina che ci doveva fare da guida, con una barchetta a remi alla volta della Grotta dei Santi. Le sorelle erano curiose di vedere questa meraviglia della natura e mia cugina si era offerta di accompagnarle. ( la mia mamma è una grande...le suorine giovani, ma non è fantastico?). Arrivate vicino alla grotta, cantando e ridendo, con le suorine alle quali non pareva il vero di farsi una gitarella in barca, ci coglie improvvisamente lo scirocco. Il mare ci trascina avanti e indietro, la barca inizia ad imbarcare acqua. Io e mia cugina tentavamo di remare ma non c'era niente da fare, eravamo in balia della tempesta. - Ed ecco il colpo si scena. ( c'è sempre nei racconti di mia mamma il colpo di scena.) - Le suorine prendono dalle tasche i rosari ( ma ve lo immaginate?) e cominciano a pregare, pregare(!!!) mentre noi remavamo, remavamo. Sembrava tutto inutile, la barca era oramai piena d'acqua e stavamo affondando, quando..una cima! Dei marinai su una barca erano riusciti ad affiancarci nonostante la tempesta e ci lanciavano una cima,  con la quale ci trainarono fino a riva, a godersi lo spettacolo delle povere suorine completamente zuppe e terrorizzate...eh  se mia mamma si fosse ricordata del detto ".Marinai, suorine e guai non mancano mai!"
Ma soprattutto avesse saputo che esiste l'Istituto delle suore francescane in  ...via Dalla Barca a Vercelli!