Porto Ercole

Porto Ercole

venerdì 30 dicembre 2011

Anche le galline conoscono la propria strada!

In tempo di guerra possedere le galline significava quasi la sopravvivenza. A Porto Ercole le galline razzolavano libere sulle strade di ciottoli e sassi, salvo rientrare la sera nel proprio gallinaio, ricavato alla meglio in un campo aperto apparentemente senza proprietari.- E come faceva la gente a riconoscere le proprie galline? - Chiedo io a mia mamma intenta a raccontarci una delle sue immancabili storie surreali intorno al tavolo delle feste. - Ma con la calzetta colorata no? Le galline di Teresita avevano la calzetta rossa, quelle di Romilda i  la calzetta verde (  anche questi nomi  denotano la particolarità di questo strano paese e dei suoi strani abitanti ...), le nostre la calzetta gialla e così via. Al calar del sole, fra un coccodè e l'altro, le diligenti galline rientravano ognuna nel proprio pollaio, dritte dritte e senza neanche frecce e cartelli di indicazione, alla faccia di chi dice che siano animali poco intelligenti!  Insomma, una sera accadde che una delle galline di Teresita non tornò a casa. La donna, folle di disperazione, mani nei capelli e scene da sceneggiata napoletana alla Mario Merula fece gente...squadre di soccorso ben organizzate con torce ed altoparlanti, luci di segnalazione e mute da sub nell'eventualità che si fosse suicidata buttandosi in acqua per la disperazione di appartenere ad una con quel nome,  si misero all'opera per tutto il paese per ritrovare la gallina deseparesida. Macchè, del volatile nessuna traccia. Le matrone in circolo, braccia sui fianchi, commentavano l'accaduto, cercando di consolare la povera Teresita, colpita da cosìtanta tragedia...si avanzavano le più disparate ipotesi sui motivi della scomparsa...qualcuno ipotizzò che innamoratasi di un gallo americano fosse scappata su un bastimento carico di granaglie. - Di fronte alla possibilità che la sua gallina fosse andata incontro all'amore, Teresita si stava quasi quasi mettendo l'anima in pace, invidiando un poco che anche lei non avesse un becco e le alucce per volare verso nuovi mondi ( anche se l'idea di fare le uova ogni giorno forse le avrebbe fatto cambiare idea), quando improvvisamente, spingendosi a forza fra quelle natiche sovrabbondanti per arrivare al centro del circolo, mia mamma, la quale con l'ingenuità dei suoi 6 anni, non aveva ancora compreso che dire la verità non paga quasi mai, urla con quanto fiato ha in gola - Lo so io, lo so io dov'è la gallina di Teresita! Ho visto tutto! Romilda l'ha presa a bastonate e l'ha sotterrata vicino al suo gallinaio! - Lo schiaffo che mia mamma ricevette sulla bocca da mia nonna nel tentativo di fermare quel fiume di incaute e rovinose parole, precedette solo di pochi secondi l'azzuffamento di capelli accompagnato dai fuochi d'artificio di sassi e pietre  che seguitò tra Teresita  e Romilda, la quale aveva sorpreso la malcapitata nel gallinaio sbagliato che stava beccando il mangime delle legittime! Ma, povere galline, a nessuno era venuto in mente di assicurarsi che qualcuna di loro non fosse daltonica o avesse problemi di vista?

10 cose solo 10

Molto umilmente rispetto a chi ha stilato la lista delle dieci cose per cui vale la pena vivere, io elencherò le dieci cose per cui vale la pena di affrontare l'imminente nuovo anno.
1) La scoperta di una nuova poesia di Carver

2) La pancia azzurra degli uccellini che faranno il nido nella loro casetta sul mio balcone

3) Il profumo delle pietanze che mi gusterò da sola tra uno sguardo al pc e uno ai quadri alle pareti

4) Il soffio della mia acqua profumata sul corpo prima di un incontro galante

5) Le risate alle lacrime nervose con l'amica di sempre

6) Il chiarore rosa e arancio del sole che tramonta in laguna

7) La soddisfazione di vedere sconfitte ed umiliate le persone che mi hanno fatto del male

8) La soddisfazione di constatare che non mi importerà nulla di vederle sconfitte ma umiliate dalla verità si

9)  I nuovi posti che visiterò, le nuove persone che incontrerò, i libri interessanti che leggerò, i film al cinema che andrò a vedere per il gusto di esclamare: - Finalmente un film per cui vale la pena emozionarsi

10) I sogni che rimarranno sogni ma che per il solo fatto di averli ancora mi sentirò viva.
E questo è quanto...

giovedì 22 dicembre 2011

Luci di Natale

Da bambina nel giardino sotto casa mia le lucciole lampeggiavano i corpicini nel buio della notte. Mi divertivo a chiuderle nelle mani e sognavo di aver catturato una stella...ma così muoiono! Mi diceva qualcuno. Ma no, le stelle non muoiono mai! Rispondevo, mentre fasci di luci intermittenti si facevano strada tra le mie dita serrate per paura che il povero animaletto scappasse...come mai mi è venuto a mente proprio a due giorni dal Natale un ricordo estivo legato al mio essere così lontano e proprio stasera che il freddo mi è penetrato nelle ossa in questa casa calda nel cuore ma gelida nelle mura non saprei dirlo...i ricordi arrivano come vogliono, non guardano alle stagioni e all'età, emergono all'improvviso come dolci carezze o taglienti  coltelli e te li devi tenere per il tempo che vogliono restare. Dovrò accettare dunque, per   adesso, lasciar  parlare quelle stelle imprigionate, aspettando che scappino dalle mie mani finalmente aperte  e solo allora potrò ritornare alle disillusioni  dell'età adulta catapultata in questo imminente periodo di festa...    

mercoledì 7 dicembre 2011

Quattro pompieri e una torta salata!


e ancora...porcxxxmachecxxx
e adesso come si faaaaaa!!!! I colori vanno dal rosso al giallo al verdognolo senza speranza...i colori sono quelli delle nostre facce che hanno visto chiudersi la porta di casa con le chiavi...all'internoooo!!! E sai che non è la prima volta! Noooo!!! Ancora i pompieri...noooo!!! Abbandoniamo sul pavimento la teglia con la torta salata funghi e prosciutto avvolta teneramente in un canovaccio per tenerla al caldo...il pensiero dei nostri amici che non la assaggeranno se non marmificata ci dà una stretta al cuore...  Il vicino di pianerottolo esce spaventato dai colpi che inutilmente diamo alla porta nel tentativo di aprirla...- COSA è STATO? Un terremoto? Un'astronave ha attaccato il palazzo? Ladri maldestri stanno tentando di passare inosservati? Poi un rapido sguardo a noi seduti sui gradini con la testa fra le mani, una teglia su un pavimento avvolta in un canovaccio da cui esce fumante un profumo di un non so che di acquolinoso, cappotti e sciarpe abbandonati sulla ringhiera e quell'aria da profughi sfollati che gli mostriamo gli fa capire tutto...Ci penso io! Dice. L'ho visto fare ai vigili del fuoco! Entra in casa per uscirne poco dopo con una lastra...si, una radiografia! E' il mio polso di qualche anno fa, ma la sacrifico volentieri per voi! Inizia così un calvario che vedrà l'avvicendarsi di altri vicini ( maschi naturalmente, perchè come usano bene le lastre per aprire le porte come i maschi, non le usa nessuno...) ognuno recante una radiografia più o meno recente! La mia è un femore! Va bene quella di quando mi sono rotto un braccio?  No no, qui la faccenda è dura, ci vuole una macrofratturarticolata di colonna vertebrale, ci penso io, vado a prendere quella di mia suocera fresca fresca! Dice il signore del quarto piano...intanto un grappolo di teste si accanisce con la povera porta...tiri su da sotto ragioniere! Non così avvocato! Ecco infili adesso la radiografia del dito mignolo fra il cardine e lo stipite mentre io spingo avanti, signor Rossi! Ne frattempo un altro comunello, questa volta delle rispettive mogli degli affaccendati, si rivolge a me e mia figlia sporgendosi dai vari piani del portone. Fra noi e le loro teste si instaura un subitaneo sconsolamento fatto di mmmaquando mai ...seeee e quando ci riescono...nts ntz e qui si fa notte! E infatti è ormai buio quando dai corpi intrigati e sconvolti di sudore esce un fioco, timido tentativo di richiamare tutti alla ragione con un:- Ohe che dite di chiamare pompieri? - Dieci  agghiaccianti sguardi si rivolgono verso colui che ha osato mettere in discussione la capacità di valenti supereroi maschisofartutto di aprire la porta con un campionario inesauribile di fratture, ma oramai sanno che quello sarà l'unica cosa da fare per non doverci ospitare per la notte sul loro divano e così eccoli!!! Tantatannn!!! Tantatantatannnn!!! Tarantantatannn!!! Arrivano in quattro, dopo poco dalla chiamata, nelle loro fiammanti divise ultrafosforescenti  i valorosi,i coraggiosi, gli affascinanti vigili del fuoco fra gli applausi delle donne del palazzo a cui nel frattempo si sono aggiunte cugine, zie, nonne avvertite dalle medesime per assistere con trepida emozione all'impresa dei veri eroi di aperture porte impenetrabili per i "normali cristiani" Eccoli così sfoderare non senza un certo orgoglio, non una scure, non un lanciafiamme e neanche una lamarotante ma... una radiografia! Passata di mano in mano dai quattro e infilata fra la porta, la serratura e il muro non senza che l'ultimo della fila non gli abbia dato uno sguardo sollevandola alla luce per vedere di che arto si trattava ( giuro!) prima che pfiuuuu finalmente! La porta non si apra con un click e un :-Visto? Ma che c. ci voleva? XXXXarghhhhh!!!      

venerdì 2 dicembre 2011

Accade.

Può accadere di tutto. Può accadere di bruciare la cena. Può accadere di perdere il treno, di bucare una ruota o di vedere le stelle più vicine salendo in un luogo più alto. Può accadere di stare bene una sera e malissimo la sera dopo. Può accadere di ridere all'improvviso da soli come degli scemi, ripensando ad episodi passati. Può accadere di guardare un film e di ritrovarsi a piangere anche se il film è comico. Può accadere di osservare i fiori secchi nei vasi e di non fare niente per rianimarli. Può accadere di nuotare per accorgersi solo dalle mani raggrinzite che chissà da quanto tempo sei là dentro. Può accadere di avere sete e non avere scorte di acqua in casa. E le ultime gocce dentro l'ultima bottiglia sono così inutili...Può accadere di pensare al tuo cane che non c'è più e volerlo tanto, tanto. Può accadere di conoscere una persona a cui potresti affezionarti e sapere  che questo non va bene. Può accadere di renderti conto di apparire diversa da come sei perchè accade di non essere se stessi quando non sai più chi sei. Può accadere di volere parlare anche se non sapresti che dire...Può accadere che vorresti che non accadesse più niente. O che riaccadesse tutto come se non fosse successo niente.

sabato 26 novembre 2011

Melma.

Ci sono persone senza dignità, che per paura di rimanere soli restano nel branco di lupi che lo ha più volte tradito alle spalle...

Ci sono persone senza dignità che per paura di rimanere soli chiudono gli occhi di fronte all'ignoranza e alla cattiveria...

Ci sono persone senza dignità, che per paura di rimanere soli accettano le angherie fatte verso le persone a cui dicono di voler bene...

Ci sono persone senza dignità, che hanno predicato bene ma per il loro giustaconto razzolano male...

Ci sono persone senza dignità, che per paura di rimanere soli seguono le regole del branco anche quando non sono d'accordo...

Ci sono persone senza dignità, che non distinguono l'offesa verbale da quella morale, tanto più grave...

Ci sono persone senza dignità, che privatamente sembrano agnelli e in pubblico fanno i leoni...

Ci sono persone senza dignità che in pubblico sembrano angeli mentre in privato sono lividi di cattiveria...    

Ci sono persone senza dignità, che pur di non rimanere soli, accettano baci falsi e abbracci vili...

Ci sono persone senza dignità che scambiano l'interesse verso di loro con amore vero...

Ci sono persone senza dignità che scambiano le parole dei blog per frasi senza senso e invece dietro ci sono persone, fatti e tante verità non dette....

Ci sono persone vuote, che inneggiano a persone senza dignità perchè anch'esse non hanno dignità... 

mercoledì 16 novembre 2011

Sono qui, sono io, ora.

Resettarmi...era questo il termine che mi ponevo come obiettivo qualche giorno fa. Sì, ritrovarsi a percorrere la vita da sola dopo 37 anni (37!) che vivi in coppia significava per me necessariamente cercare di trovare una nuova dimensione, una nuova "me", una donna che non conoscevo.  Ero poco più di una bambina, quando ho cominciato a pensare doppio. 14 anni di spensieratezza, di ingenuità, di voglia di giocare, ancora. Eppure, anche se sei piccola, quando ti metti con qualcuno, obbligatoriamente devi tener conto anche dell'altro. E  questo altro viene ad incidere sul tuo modo di essere, sul tuo modo di agire, sul tuo modo di muoverti nella realtà di tutti i giorni. E' per questo che pensavo di non poter più essere io, di dover diventare qualcun'altra...37 anni sono tanti, sono veramente tanti, pensavo... eppure, adesso che provo a scrollarmi di dosso quello che è stato e a ricercare una nuova dimensione, scopro di essere incredibilmente sempre la stessa! Certo,  mi porto appresso un carico di sassi pesantissimi che mi hanno tirato, mirandomi e minandomi nel profondo, e non so se con il tempo riuscirò a trovare una buca talmente profonda per poterli sotterrare ma... mi sto accorgendo che per fortuna o per volontà ho sempre mantenuto, in questi anni di coppia, la mia integrità come persona. Non si tratta di autocelebrarmi sia chiaro...si tratta di constatare che nel tempo ho comunque mantenuto la mia libertà di pensiero, la mia indipendenza,  il senso che ho delle cose che mi circondano, le mie prerogative nei rapporti con gli altri, la mia autonomia di giudizio...ho mantenuto i miei spazi e i miei interessi, le mie curiosità e la mia voglia di vivere ( nonostante i tentativi forse inconsci dell'altro per spegnerla). Ho cercato di mantenere la forza di non cadere verso livelli  bassi della vita in tutti i suoi aspetti, ma di cercare di raggiungere il meglio, il possibile migliore di...e se non ce la facevo, di rinunciare piuttosto, ma di non buttarmi via solo per conformismo o per paura della solitudine...Per questi motivi penso che non ho bisogno di cercare di cambiare, perchè non sono mai cambiata se non nell'aspetto fisico...il vivere in coppia per 37 anni mi ha dato tanto e non mi ha tolto niente di come ero allora e di come mi ritrovo ora, qui. a fare i conti con una nuova vita e la Carla di sempre!

giovedì 10 novembre 2011

I miei miti sono altri!

Nei rapporti sociali  ormai molte persone applicano il principio con cui si intendeva la conoscenza nel '700 e l'educazione negli anni '90...Periodi storici troppo distanti? Mah! Se la vita vede il succedersi di corsi e ricorsi strorici, possiamo azzardare anche di trovare dei punti di contatto tra due epoche così lontane...Dunque sia nel periodo della rivoluzione francese che in quello della GRS ( non si tratta del navigatore nè del raccordo anulare ma della grande riforma della scuola voluta dall' "attuale" governo!) la conoscenza e l'educazione si intendevano valide solo se rapportate all'utile e all'utilità che se ne poteva ricavare per se stessi!! Efficienza ed efficacia le due parole sbandierate nei programmi e nelle comunicazioni ufficiali nella scuole e "Viva il Progresso e la Tecnica!" gli slogan dei sostenitori del nascente Stato moderno nei giorni delle grandi rivoluzioni sociali. Ora, senza tediarvi ulteriormente con la mia deformazione professionale, torno al livello che mi interessa esaminare. Il livello è quello della conoscenza delle persone nei vari gruppi sociali e della loro considerazione in base a valori che non sono più quelli di una volta. Oggi per avere considerazione sociale e per essere considerati degni di manifestazioni di affetto, non serve dirittura morale, attaccamento alla famiglia, comportamenti corretti ed onesti, rispetto per il prossimo, responsabilità e maturità o senso del dovere...no no! Basta che sei..utile! Si, utile a farti allargare la tua cerchia di conoscenze, utile a diventare il più in vista in un gruppo politico, persino utile a farti diventare più bravo in un gruppo di ballo...sembra impossibile, ma ci sono persone che giudicano degni dei loro complimenti o del loro attaccamento ed "orgoglioni" di essere grandi amici non di persone di cui ci si dovrebbe veramente sentirsi orgogliosi di esserlo ma di altre che magari nella vita privata maltrattano i figli o le mogli ( o i mariti), rubano, che ne so, abbandonano gli animali  o non si comportano civilmente e con rispetto verso gli altri...Ci sono persone che sfruttano la notorietà e la forza di altri solo per avere successo in quel gruppo, senza minimamente badare a quello che hanno commesso quelle persone al di fuori dell'ambito del divertimento e del tempo libero...ma la vera natura dell'uomo non si manifesta nei momenti piacevoli o almeno non solo...e io mi vergognerei di dichiarare mito una persona che ha commesso o commette nella vita di tutti i giorni delle mancanze come quelle elencate sopra...i miei miti sono altri e io sono solita amare una persona non per quanto mi può far diventare importante o brava o al centro dell'attenzione in gruppi ricreativi e di svago ma per il valore e l'integrità e lo spessore personale che dimostra nelle questioni importanti, quelle vere, quelle della vera vita! 

domenica 6 novembre 2011

Di che parla questo post? Ma proprio di niente!

Avete presente il niente del niente del niente? No oo? Ma come no...Lo so è difficile immaginare il niente visto che non c'è niente...non può neanche dirsi il nulla perchè il nulla è un concetto complesso e molto complicato. Il niente non si può trovare in niente, pensavo. Ogni cosa è qualcosa, non può non averci niente. Ogni persona ha un suo perchè e per quanto non ci si trovi niente, pensavo, qualcosina la deve pur avere! E invece eccomi clamorosamente smentita...ho conosciuto il niente fatta persona, per dirla con una figura retorica in uso ai grandi scrittori. Niente bellezza. Niente fascino. Niente spessore. Niente simpatia. Niente da dire. Niente cultura, neanche popolare. Niente carisma. Niente sorriso. Niente guizzi nè vivacità. Niente occhi espressivi. Niente movimenti accattivanti. Niente colori, niente bianco e niente nero. Niente possibilità di diventare qualcosa, perchè il niente non ha appigli.Una cosa non più viva, allora? Ma neanche...perchè una cosa non più viva prima di non essere viva, viva lo doveva essere. Insomma come si fa a dare definizione del niente? E' niente e basta...infatti quando l'ho incrociato, questo niente, non ho avvertito niente. Che strano...e che strano che ci sia gente che si accompagna al niente...è come diventare a sua volta niente, visto che per essere bisogna avere interscambi reciproci di qualcosa, di qualunque cosa. A me il niente non piace. Per niente! 
PS: questo post non è accompagnato da un'immagine perchè non ho trovato niente che potesse rappresentare il niente!

sabato 5 novembre 2011

La casa dove vivo.

La casa nella quale si vive non è solo un insieme di muri messi su dalla calce. Non è un soffitto, un pavimento, non è l'arredamento che c'è dentro nè il giardino che c'è fuori. La casa nella quale si vive siamo noi che ci viviamo. Noi con i nostri ricordi, con le lacrime e le risate, con le cene con gli amici, con i salti sul letto con i figli, con le scenette  di teatro improvvisate per giocare e scherzare...siamo noi mentre, sotto le coperte, guardiamo un film e i cartoni animati belli calducci vicini vicini. Noi mentre togliamo le lasagne dal forno e le posiamo con cura sulla tavola apparecchiata per il pranzo della domenica o le rovesciamo per terra dopo essersi ustionati con la teglia sotto lo sguardo incredulo di tutti gli affamati che aspettano...la casa dove viviamo siamo noi, che ci sforiamo al mattino presto dandoci il buongiorno appena con un grugnito per il sonno che abbiamo, noi che cantiamo sotto la doccia, noi che rovistiamo nell'armadio alla ricerca di cosa metterci. Siamo noi immortalati nelle belle cornici argentate sul mobile, con quei visi sereni che ci sorridono, abbracciati gli uni agli altri o in abiti da cerimonia, felici per la bella giornata trascorsa...la casa dove viviamo siamo noi  che ci ricordiamo di innaffiare le piante quando ormai sono in disitratazione, noi che prepariamo la ciotola al cane e ci rotoliamo per terra con lui che ci fa le coccole...la casa dove viviamo siamo noi chini sui quaderni dei figli o immersi nella lettura seduti con un occhio alla tele, un commento che vola alle notizie e una discussione che inizia...siamo noi armati di spazzole e scope per le pulizie del sabato, noi del;- Ci facciamo una cenetta stasera?- noi che litighiamo per quanto olio mettere nella pentola...la casa dove abitiamo non è un mucchio di mattoni, non è un insieme di pareti, di finestre e di balconi...siamo noi come eravamo non molto tempo fa. Nella casa dove vivo ci sono io e c'è il mio cuore....     

mercoledì 2 novembre 2011

Cronache di viaggio

Salgo sul treno diretto a Pisa. E' in orario, forse riesco  a prendere la coincidenza per Firenze. La mia speranza sarà presto vanificata...proprio dietro di me un ceffo in evidente stato imbriacaturadiprimamattina sta dando in escandescenze parlando al cellulare con un fantomatico figlio di buona donna di nazionalità non bene identificata...di volta in volta cambia appellativo gridandogli italiano di m. o rumeno schif. persino russo di Germania...nel momento in cui pronuncia la parola "pistola" ci allarmiamo tutti e qualcuno pensa bene di chiamare il controllore, che a sua volta chiama la polizia che a loro volta ( sono almeno in 6 ) intervengono facendo scendere dal treno fermo a Grosseto lo scellerato, prendono le generalità dei presenti nel vagone e ci fanno perdere i fatidici 15 minuti che si trasformeranno in 20 durante il percorso. Fatto sta che perdo la coincidenza per Firenze e conseguentemente quella per Bologna. Ahimè, me tapina, macchimmel'haffattofare di non andare in macchina, cambio il biglietto Frecciarossa Firenze-Bologna con uno senza posto garantito...evabbè. Il treno per Firenze è superaffollato. Riesco a trovare un posto accanto ad una famigliola, lui ha una voce già sentita...massì! E' la voce del cuoco di "Strascinati innamorati", trasmissione  che guardo prima di "Il club delle cuoche" e condisco con "Dolce e salato"  prima di spegnere la luce per dormire. Lui però non è il cuoco ma riesce a farmi venire un mezzo esaurimento pugliese da quanto parlaaa!!! Sono pugliesi infatti e appena dico che amo la Puglia mi assalgono in tre spaparazzandomi nelle orecchie già abbastanza provate tutte le magnifiche magnificenze della loro terra, comprensive di sciorinatura di prodotti alimentari tipici che hanno messo in valigia ( non sto scherzando sembra il film di Totò e Peppino a Milano ma in fondo il simpatico signore mi sta urlando che erano 20 anni che non prendeva un treno!) ...scendo mentre ho le visioni di angeli che mi danno pacche sulle spalle per aver superato una prova così difficile e faccio appena in tempo a prendere il treno per Bologna...si devono essere sbagliati, mi hanno dato un biglietto senza garanzia posto e qua è tutto vuoto...belle e larghe poltrone, musichina soft in sottofondo, giornali a disposizione nelle tasche dei sedili...mi siedo sul primo trono che trovo ma una signora che è appena entrata mi fa notare che quello è il suo posto prenotato...mi sposto con un sorriso e le mie scuse, il vagone è vuoto! Una voce suadente ci annuncia che presto arriverà per i signori viaggiatori un cocktail di benvenuto...azz però! Ho speso eh! per viaggiare frecciarossa ma che soddisfazione...dico alla signora di prima:- Che strano, tutto il treno vuoto in un giorno di festa...La signora mi fa notare che qualche vagone più giù, in seconda classe, la gente è ammassata in piedi...ah! Ecco la bevutina di benvenuto da dove esce! Ma tanto ci vuole un'oretta per arrivare a Bologna, il controllore sarà benevolo se me ne sto qui buona buonina...il controllore, che non ho visto prima, è seduto dietro di me in attesa che il treno si muova per controllare i biglietti e mi sta facendo "nz nz" con la bocca e "no no" con il ditino, tanto da indurmi a precipitarmi, pena multone, 6 vagoni più avanti, nella seconda classe e a viaggiare schiacciata e sballottata tra un valigione e un passeggino nel corridoio basculante tra i vagoni...però, ben spesi i miei 120 euri per viaggiare ( andata e ritorno ma sselosapevooo)  in treno da Orbetello a Bologna!  

mercoledì 19 ottobre 2011

????????????????????????????????!

Questa mattina mi sono soffermata a guardare un uccellino che volava in un modo che mi ha sorpreso...non un volo lineare e regolare ma si alzava e improvvisamente precipitava verso il basso fino a sfiorare il suolo per poi, all'ultimo momento risalire e continuare a sbattere le sue alucce freneticamente...Ha continuato per un pò così, prima di uscire dalla mia vista. Un uccellino in difficoltà, ho pensato, un volo metafora della vita con i suoi alti e i suoi bassi. Poi ho riflettuto sul fatto che in genere non si calcola l'"alto", perchè l'alto è alto, è già una posizione di privilegio, non conta la misura...al contrario il basso contiene tante sfumature diverse. Si dice - è proprio caduto in basso-, - più in basso di così non posso cadere-,  - occorre raggiungere la quota di sofferenza più bassa per poi potersi rialzare - e così via. Questo vale anche per le carognate, penso. Ci sono carognate e carognate. Una persona che ruba ad un poveraccio la pensione che ha appena ritirato alla posta la fa più sporca di chi ruba per esempio in una megavillada4milionidieuro per intenderci...chi trova un portafogli pieno di soldi per terra e quel mese non ha i soldi per pagare il mutuo di casa e se li tiene è più giustificabile di un politico che usa l'auto blu per andare a vedere il derby, o del chirurgo che prende mazzette in cambio di appalti per le apparecchiature mediche non credete? E poi c'è quello/a che si fa la tresca scegliendo nel mucchio delle amiche della moglie o del marito o nell'ufficio dove entrambi i coniugi lavorano, sottoponendo la vittima dell'increscioso accaduto al pubblico ludibrio! Perchè alla fine il paradosso è questo:  è già una cosa riprovevole che si cerchino avventure fuori dell'ambito familiare, anche se è naturale che può accadere e io cedo il capo di fronte all'innamoramento e alla passione travolgente, anche se sono ormai dotata di una certa dose di cinismo e penso che siano situazioni che lasciano il tempo che trovano, ma la carogna così la fa doppiamentre sporca! Perchè alla fine ai conoscenti della vecchia coppia non gli frega un emerito cavolo di chi ci è andato di mezzo e perchè e percome...tanto per una persona che se ne va ( la vittima che deve necessariamente mettersi da parte) ne viene un'altra a cui proferire complimentosi complimenti, baci e abbracci, inviti a feste e cene e foto di gruppo, perchè, poverina...lei che c'entra? ( Ehhh...se qualcuno si degnasse di sentire anche l'altra campana c'entrerebbe eccome!) E con la benedizione di tutti la nuova coppia entra a pieno titolo nella comunità civile e virtuosa, che dopo un breve arco temporale di " ho sentito che "/ " ma hai sentito di" ricomincerà come niente fosse ad accogliere il/la fedigrafo/a con buona pace di chi ha perso oltre il/la coniuge/a l'ingenuità di credere che esistono a questo mondo altri capaci di indignarsi, di prendere posizione, di immedesimarsi e di non volere, nella cerchia dei loro conoscenti, la falsità e l'ipocrisia...e allora, in conclusione, non sarebbe più dignitoso, per i carnefici, godersi la loro bassa carognata lontani dai soliti posti?        

sabato 15 ottobre 2011

Davvero è così?

Stasera mi sono chiesta se esiste ancora la sensibilità. Ho visto una ballare tranquilla  dopo avere provocato dolore  e accolta con benevolenza dagli amici che pure sanno; ho visto pubblicate delle foto in un momento che possono riacutizzare una sofferenza in corso; ho visto l'indifferenza. la non partecipazione, la dimenticanza di quelli che  avevano manifestato più volte affetto verso la persona in difficoltà; ho visto la falsità negli occhi dei saluti con la bocca...e mi chiedo come al solito: sono sbagliata io? Davvero sono sbagliata io? Deve essere così perchè non riconosco nella maggior parte della gente lo stesso modo di intendere la vita. E poi penso: ma la maggioranza ha sempre ragione? 

mercoledì 5 ottobre 2011

Zoccolo quaaa!!! Zoccolo làààà!!! Zoccolo giù, zoccolo su, parapaponzo paraparùùù!!!

Esistono diversi tipi di zoccoli. Marroni, neri, gialli paglierini, con le borchie belle gonfiate o con striminziti bottoncini a contorno di tutta la tomaia...Stagionati, quelli che hanno già percorso diverse strade e hanno ricevuto piedi di ogni misura; appena usati, quelli che vanno alla ricerca del piede che possono usare per raggiungere il loro fine, spesso facendo calzare piedi che stanno usando altri tipi di calzature; oppure zoccoli che stanno ancora cercando il modo per zoccolare ma hanno già il loro destino segnato...eh si, perchè gli zoccoli si accompagnano agli altri della loro specie e frequentano gli stessi posti e già dalle prime uscite si notano per il loro modo di posare il passo. Si fanno notare fra le altre scarpe perchè tendono a scoprire il collo della punta, o si lisciano in continuazione la tomaia...a volte invece appaiono come innocue pantofoline ma appena ne hanno l'occasione e captano un possibile piede anche impegnato ( a loro non importa, basta che vengano infilati al più presto) si precipitano a sedurlo con piccoli trucchetti collaudati: poggiano la suola sulla gamba che precede il piede prescelto, sussurrano dei piccoli clop clop all'alluce o mostrano la parte posteriore sollevandola in modo che il piede veda come è facile entrarci...insomma gli zoccoli sono tipi di scarpe in cui prima o poi tutti i piedi finiscono per calzarli, perchè sono veloci, rapidi e, se il piede non è abitudinario e li calza di tanto in tanto, non lascia troppi problemi di calli duri da eliminare...e poi sono divertenti, allegri e seducenti e zoccolando tutto il giorno arrivano anche in posti dove non dovrebbero circolare e spesso ce li troviamo fra piedi abituati ad altri stili e altri gusti e può succedere che comincino a dare fastidio...l'altro inconveniente è che, essendo calzati da molti piedi, gli zoccoli sono portatori di muffe o funghi velenosi che se il piede non sta attento prima o poi ....si infetta! Le decoltè, le scarpe da ginnastica, i sandaletti, insomma le altre calzature che si ritrovano intorno degli zoccoli, dovrebbero riguardarsi dal dar loro confidenza, perchè si potrebbero infettare anch'esse da una loro pestata o dal piede che non è stato troppo prudente...insomma, meglio stare in guardia e lasciare che questa specie rimanga il più possibile isolata sugli scaffali della scarpiera!

lunedì 26 settembre 2011

E' così, inevitabilmente così.

Sono una specie di "orsa" relativamente ai miei rapporti con gli esseri umani. Devo sentire la sintonia, l'empatia, il guizzo di simpatia, la condivisione di come si confrontano con la vita, con l'altro sesso, con il cibo, con gli svaghi...non entro facilmente in relazione con gli altri, cosa che mi provoca quotidiani attacchi di creatura fredda ed insensibile. Invece, proprio perchè centello le mie amicizie e i contatti ravvicinati, quando lo faccio credo di dare veramente tutta me stessa. Forse troppo! Mi entusiasmo per i successi di chi sento vicino, mi rattristo per le loro sfortunate vicende negli affetti o nel lavoro, soprattutto parteggio per loro. Ecco, questa è la parola giusta: parteggio. Prendo le loro parti incondizionatamente, senza se e senza ma, me ne frego della controparte, mi schiero incurante del fatto che il mio amico/a potrebbe avere torto. Questa parte viene generalmente dopo, nel momento del prudente consiglio, del benevolo rimprovero, dei tentativi di ragionamento sul problema. Ma all'inizio parto in quarta! Come un cavallo imbizzarrito, mi butto a capofitto nella questione dell'amico/a e rido con lui/lei, piango con lui/lei, mi indigno con lui/lei. Questo per me è il valore che dò al termine amicizia. Amicizia non conoscenza. Pfiuu, conoscenti...quelli servono, sono utili, importanti quel tanto che basta a passare una bella serata, a fare una passeggiata, una chiacchierata, qualcosa di piacevole insomma...sfido chiunque a non pensarla così! La servitù dei conoscenti fa comodo a tutti e ognuno scagli la prima pietra se ritiene che questa non sia la sacrosanta verità. Le manifestazioni abbraccifere e bacifere si sprecano in manifestazioni esagerate alla presenza di conoscenti che, una volta concluso il tempo di reciproca vicinanza si abbandonano al loro quotidiano destino... a volte assistiamo a scene esagerate e disgustose perchè percepisci la falsità che aleggia intorno, ma ti ci abbandoni comunque, perchè ti serve in quel momento, in quel luogo e in quella circostanza.  Altra cosa è l'amicizia nel senso puro della parola. L'Amicizia non ti serve, non ti è utile a farti stare sempre  bene, non sempre è piacevole, anzi, il più delle volte ti dà pensieri e grattacapi, ma l'accetti per quella che è. Incondizionatamente, prendi le parti senza se e senza ma. La delusione arriva, inevitabilmente arriva quando si confonde amicizia e conoscenza, ti sorprende perfino,  ti colpisce e incassi il colpo ma continui sulla tua strada, segnando una nuova tacchetta sulla strada dell'illusione.   

lunedì 19 settembre 2011

C'è tempo. Ivano fossati

Sarà un post molto lungo ma dopo aver sentito questa meravigliosa canzone di Ivano Fossati non posso desistere dal commentare.

"Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno teso
come un lino a sventolare."

Seminiamo ininterrottamente durante tutta la nostra vita, evitando di vedere che alcuni semi sono già avvizziti sul nascere, altri non sono seminati nel giusto terreno, altri ancora li teniamo troppo strettamente chiusi nel pugno e non li lasciamo cadere. Il seme giusto ci dona i suoi frutti ma non sempre ce ne accorgiamo...e il tempo passa e le stagioni passano e la vita continua il suo corso senza di noi...che bella l'immagine dei panni stesi al vento...posso sentire il fresco del lino sulla faccia e la luce del giorno che mi inonda sdraiata sull'erba verde e mi chiedo quando è stato che ho vissuto un giorno, un momento, un secondo così...eppure lo so.

"C'è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci."

Una serie di tempi negati non compongono una vita, la sgretolano e quando vuoi cercare di legare i tasselli, la trama non torna e i fili si annodano in un groviglio di cui non trovi il capo...solo le parole, fluide, scoperte e sincere potrebbero ricucire il filo dei discorsi che ogni giorni affollano la mente. Ma non dipende da noi, dipende da chi non ci dà risposte certe e da chi nasconde i suoi veri sentimenti.

"C'è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d'estate
e saper raccontare ai nostri bambini quando
è l'ora muta delle fate."

La ricerca del silenzio dalle chiacchiere inutili, dai proclami troppo eclatanti, dalle espressioni esagerate, dalle vacue convinzioni di chi crede di aver scoperto l'acqua calda e invece è solo un illuso vittima della sua stessa ignoranza e di chi si approfitta di questa. Ma il silenzio è straordinario per quello che è...e se ti avvolge insieme al silenzio della persona che ami fa il rumore più armonioso del mondo... 

"C'è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c'era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato."

La strofa più dolorosa di tutta la canzone. Un richiamo struggente a quello che è stato e a quel che non sarà,  la consapevolezza del perduto, dello smarrito, di un futuro meno ricco di quello passato perchè ciò che volevamo, forse, non accadrà mai! E l'anello, simbolo delle promesse fatte, si è perso nel vortice degli eventi che ci hanno soggiogato senza sapere neanche come è successo, improvvisamente i dubbi hanno preso il sopravvento sulle certezze e si sono insinuati come serpenti nei nostri pensieri.

"È tempo che sfugge, niente paura
che prima o poi ci riprende
perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo, c'è tempo
per questo mare infinito di gente."

Un momento di speranza nel ribadire che comunque tempo ne rimane, per rimediare agli errori, per cercare di continuare con rinnovata speranza....perchè, perchè...

Dio, è proprio tanto che piove
e da un anno non torno
da mezz'ora sono qui arruffato
dentro una sala d'aspetto
di un tram che non viene
non essere gelosa di me
della mia vita
non essere gelosa di me
non essere mai gelosa di me.

...perchè fortunatamente non sempre le cose sono andate come noi abbiamo creduto che fossero andate e ci sono decine di altri modi e decine di altri motivi e decine di altri avvenimenti non derivanti dalla nostra volontà che ci hanno allontanato e hanno allontanato gli altri da noi...e scoprire che tutto non è come ce lo avevamo immaginato, ci apre le labbra in un sorriso e il respiro entra  nuovamente nel cuore.

"C'è un tempo d'aspetto come dicevo
qualcosa di buono che verrà
un attimo fotografato, dipinto, segnato
e quello dopo perduto via
senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
la sua fotografia."

La felicità  dura fino ad un attimo prima di vivere il momento che aspettiamo, e tutto è già finito.

"C'è un tempo bellissimo tutto sudato
una stagione ribelle
l'istante in cui scocca l'unica freccia
che arriva alla volta celeste
e trafigge le stelle
è un giorno che tutta la gente
si tende la mano
è il medesimo istante per tutti
che sarà benedetto, io credo
da molto lontano
è il tempo che è finalmente
o quando ci si capisce
un tempo in cui mi vedrai
accanto a te nuovamente
mano alla mano
che buffi saremo
se non ci avranno nemmeno
avvisato."

E quell'attimo può valere una vita intera. Quanti messaggi, quanti consigli, quanti link ci dicono di cogliere quell'occasione che può cambiarci la vita, stravolgerla, farci credere di star vivendo una vita diversa ma proprio quella che volevamo! Tutto quello che credevamo perduto può essere ancora vissuto, forse in nuovi universi, forse in altre età, forse in altri luoghi...sarà l'attimo della felicità quando ci troveremo di nuovo mano nella mano, una sera di primavera lontano da tutti e lontani dal nostro solito "io"!  

Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo sognato
che bisognava sognare.

Ho sognato, ho sognato tanto.E' giunto il tempo che le mie folli parole lascino lo spazio alla canzone. Buon ascolto. 

C'è tempo - Ivano Fossati

lunedì 12 settembre 2011

Pensare in grande!

Aggghhhhighhhhrghh! No, non ce la faccio...prova un pò tu che sei maschio e presuribilmente ( !?) più forte?  Dico a mio marito...Iaghhh ghghghg eghhh...anche lui con la faccia deturpata dallo sforzo deve desistere.  Mio genero non è da meno, perlopiù si è attorcigliato con le gambe nel tentativo di spuntarla sul famigerato e adesso cammina come il gobbo di Notredam! Spunta mia figlia che pretende di provarci appena alzata dal letto con le braccia molli e la pressione sotto zero...il suo debole attacco non produce neanche un soffio di fatica, figuriamoci il tanto sospirato click! Osserviamo tutti il barattolone di marmellata di more fatta in casa che ho appoggiato demoralizzata sul tavolo, lo stomaco rivoltato dalla fame e dall'acquolina e l'aria sconfitta di chi si dovrà accontentare di fare colazione con misere/ secche/asciutte e tristi fette biscottate...Ma insomma! Il grido si leva alto e battagliero...ma come può averlo chiuso tale barattolo colui o colei che ha prodotto tale dolce delizia? Possiamo noi darla  vinta a tale forza bruta che ci impedisce di fare colazione come si deve? E' mio genero il quale, ferito nell'orgoglio di giovane ragazzo vigorente, esce di corsa dalla cucina dirigendosi verso il ripostiglio, da cui estrae vittorioso,  non senza una rumorosa caduta di oggetti dei più vari dagli scaffali, la più grande chiave inglese che io abbia mia vista in vita mia!!! anche perchè non possiedo un caterpillar e dunque non mi serve per svitare i bulloni degli pneumatici...la alza brandendola con due braccia tronfante e corre verso il barattolo di marmellata aggarrandone il tappo con quelle due enormi "chele" ! Finalmente il tanto agognato suono di un tappo che si svita arriva alle nostre orecchie e possiamo tuffarci con i cucchiai pronti nel morbid e profumato preparato ...ma   guarda se oggigiorno per fare una semplice colazione bisogna farsi venire l'ernia!   

mercoledì 17 agosto 2011

Un nuovo elenco del mi piace e del non mi piace.

A distanza di un anno dal primo elenco devo stilarne un altro per vedere se posso considerarmi in mutazione o sono fissa nella mia pelle.
Mi piace
- le poesie di Alda Merini ( da sempre proposta ai miei alunni e piace anche a  loro...alle  ragazze di più forse perchè ha sofferto i soprusi di un universo al maschile)
- i racconti di Margaret Mazzantini ( profonda e incisiva )
- assistere ad un bel concerto di qualità 
- scoprire nuovi posti da visitare ( e avere la possibilità di andarci)
- il mare calmo
- ridere con gli amici ( di gusto di cuore di pancia )
- mangiare con soddisfazione buon cibo ( senza sensi di colpa dopo altrimenti non vale)
- le foto in pose da scema maliarda ( consapevole di fare la scema)
- vestirmi adeguata al luogo e all'ora del giorno
- dire la mia sempre e in qualunque situazione ( anche a costo di venire rimproverata per questo)
- l'indipendenza di essere come sono
- la cucina indiana
- leggere Donna moderna il giovedi
- mettere nuovi fiori sul balcone a primavera
- dormire almeno fino alle 8 la mattina
- avere il lunedi libero dal lavoro ( la domenica si vive meglio!)
- andare al mercato il sabato
- i riti quotidiani che ti scandiscono la giornata
- le verità della nostra società raccontate da Saviano
- guardare vecchi film con Aldo Fabrizzi , Totò, i De Filippo,  Tina Pica e Vittorio de Sica
- guardare nuovi film al cinema o quelli passati al cinema che non ho visto su Sky ( anche se non è la stessa cosa)
- guardare un film alla tv e poi esclamare;- Finalmente un bel film! -
- e poi? E poi boh, se mi viene a mente qualcosa lo aggiungo.
Non mi piace
- i poeti improvvisati che si credono bravi
- i romanzi scontati e banali
- fare sempre le stesse cose negli stessi giorni
- i cenoni interminabili 
- chi si crede di andare ad una mega serata abbigliandosi come alberi di Natale anche se la festa è un compleanno di bambini o una pizzata al campeggio
- chi  crede di avere scoperto l'America senza sapere un cacchio di Colombo ( è una metafora ma a buon intenditor...)
- sentire di stare perdendo del tempo
- sentire di voler stare e di voler fare in un posto diverso e tutto il contrario di quello che stai facendo
- i film di spionaggio che non capisco, i film violenti ( ma come si fa a divertirsi vedendo trucidare le persone?) i film di guerra e i film di Natale ( compreso andare al cinema a Natale)
- essere contraddetta quando ho ragione
- la cucina giapponese
- chi ti bacia anche se ti ha visto due ore prima
- le chiacchiere inutili
- le mutande che stringono
- i vestiti che fanno i bozzi
- lo smalto attoccato che non si stende
- i ragazzi/e che si esprimono sempre e comunque con caz di qua e caz di là
- la mancanza di prospettive
- e poi? E poi boh se continuo questa lista rischio di averne per giorni
In conclusione ( cioè non mi piacciono le conclusioni, diciamo nel frattempo) direi che non solo non sto più nella vecchia pelle ma scalpito per mutarla come le serpi!

domenica 14 agosto 2011

Pensieri / parole

Non ho più parole
E se non ho più parole non ho più pensieri
E se non ho più pensieri non ho più voglia di volare
Se non ho voglia di volare rimango qui
Senza più parole, senza più pensieri, senza più voli.
Solo Terra arida Spaccata.

domenica 7 agosto 2011

Rassegnazione.

Spiaggia della Giannella ieri. Arranco nel deserto di odiosa sabbia fino a raggiungere un posticino non troppo affollato. Pianto il  mio ombrellino, posiziono la sdraietta fronte sole, stendo sopra l'asciugamano e mi rilasso con un buon libro. Poco dopo cominciano ad arrivare altri gruppi di persone che più o meno ripetono gli stessi gesti. Sono circondata da giovani e vecchie coppie, famigliole con bambini e ragazzi schiamazzanti mentre giocano a racchettoni. Dopo un ragguardevole periodo di crogiolamento, decido di farmi il bagno...per evitare che il maestrale pomeridiano sdradichi l'ombrello, metto la parte superiore sulla sdraietta, chiudo la borsa e la copro con l'asciugamano. Vado. Al ritorno non vedo più la mia postazione. Penso di averla superata nuotando e torno indietro. Niente. Poi scorgo un asciugamano familiare e mi avvicino...si si è proprio il mio...sotto l'asciugamano l'ombrellone comprensivo di asta, la sdraio rivoltata e la borsa sotto...nel posto che avevo scelto e nel buco dove avevo piantato il mio ombrellone...un altro ombrellone! Deduco appartenente a delle persone che adesso stanno a mollo davanti a me guardandomi...beh trovando curioso il fatto che con chilometri di spiaggia alcuni non trovino di meglio che spodestare un'altra persona per mettersi al suo posto approfittando della sua momentanea assenza, incredibilmente non mi sono incavolata, nè mi sono rivolta infuriata contro gli usurpatori, apostrofandoli con tutti i peggiori termini che mi fossero venuti in  mente, come sicuramente si sarebbero meritati, ma mi sono fatta più in là, ho ripiantato l'ombrellone e con un grosso sospiro mi sono rimessa a leggere...certo che la rassegnazione può davvero cambiare le persone... 

venerdì 5 agosto 2011

Ma scegliete un' altra meta più civile per le vostre vacanze...

Le spiagge dell'Argentario, in provincia di Grosseto, sono del tutto precluse ai disabili. Qui, dove politici e vip ostentano le mega imbarcazioni nel porto di Cala Galera, per un comune mortale disabile è impossibile andare anche nella spiaggia dei santostefanesi, quella del Pozzarello, il quartiere più popolare in questa zona...non esistono parcheggi riservati adiacenti alla spiaggia, nè un camminamento agevole per chi non può camminare o spostarsi autonomamente, e così per tutte le altre spiagge che non si debbano raggiungere via mare. Se poi si decide di rinunciare al mare e optare per una passeggiatina per Porto Ercole o per Porto Santo Stefano, la situazione apparirà ancora più demoralizzante:i parcheggi riservati sono irremediabilmente e immancabilmente occupati da auto senza tagliando e motorini di traverso...e quando si chiede ai vigili di intervenire, come risposta si riceveranno...spallucce!

lunedì 18 luglio 2011



Non sono più cattolica per una  scelta personale e molto ponderata. Credo però in Gesù e in tutti quegli uomini e quelle donne che hanno modificato le sorti dell'umanità attraverso capacità e poteri che sfuggono alla logica umana. San Francesco, Madre Teresa di Calcutta, papa Woitjla, Ghandi e moltissimi altri, pur agendo in nome della religione si sono distinti per aver toccato l'anima delle persone, non necessariamente un'anima cattolica. Padre Pio da Pietralcina è stato uno di questi e io ho sempre ammirato la grandezza di questo frate semplice e nello stesso tempo così misterioso...così quando mi si è presentata l'occasione sono andata a visitare la sua tomba a San Giovanni Rotondo. 
Consapevole di trovare in quel luogo di culto le solite manifestazioni che niente hanno a che fare con il raccoglimento e la preghiera ma esclusivamente con gli interessi economici che ruotano attorno al pellegrinaggio religioso, non avrei mai creduto che la realtà superasse la già triste realtà...il corpo di padre Pio, dopo la santificazione, è stato deposto in una cappella amplissima, completamente rivestita di mosaici...d'oro! Il pavimento, il soffitto, le pareti raffigurano scene della vita del Santo attraverso milioni di tasselli preziosi; i fedeli passano in fila davanti alla cripta del santo, anch'essa incastonata di pietre colorate e fanno le foto, salutando come si trovassero al parco giochi...poi si siedono sulle panche e chiacchierano amabilmente, qualcuno ride e scherza...ho scritto a Padre Pio. Non per chiedere una grazia, anche se in cuor mio vorrei mettere da parte un poco del mio scetticismo per ricevere davvero le attenzioni del santo, ma per augurargli che coloro che curano le sue spoglie capissero veramente quale sarebbe il miglior luogo per lasciarlo riposare in pace: una cappelletta bianca, tra gli ulivi secolari che popolano quella terra, dove i credenti possano ascoltare la sua voce, raccolti nella serenità della natura. Credo che finalmente potrebbe essere libero da tutto quello da cui ha sempre rifuggito, se non per usarlo per i malati, i sofferenti, i più poveri, quella parte della chiesa opulenta e ricca che adesso, con i suoi bagliori, sta tradendo tutto ciò che questo grande uomo ha costruito ...        

sabato 16 luglio 2011

Consideratelo un mio regalo...


Ecco li ho individuati... già confusi con le alghette verdi sul fondo e con i pesciolini che gli fanno schiera intorno e battono con le bocche, curiosi di quella strana cosa che non assomiglia nè ad un sasso nè ad un essere della loro specie...dall'alto della superficie dell'acqua li osservo con la mia mascherina e poi tento una, due, tre volte. Niente da fare, saranno sette o otto metri, non ce la faccio ad arrivare in fondo per recuperarli, mi devo rassegnare...d'altro canto sono stata sbadata, chi mai si tufferebbe da uno scoglio con gli occhiali da sole sulla testa? Ma qui, dove l'acqua del mare ti avvolge come seta, morbida e liscia  intorno al corpo e il silenzio è interrotto insolitamente non dai rumorosi ed invadenti motoscafi  e dalle orde dei villeggianti, ma dal suono riposante delle cicale e dai rari bagnanti che camminano sui ciottoli bianchi e levigati, qui, nella Baia delle Zagare, ti puoi facilmente dimenticare di te stessa e di cosa indossi sulla testa. Qui, dove il profumo inebriante delle zagare ti accompagna lungo il percorso dalla strada alla spiaggia, puoi arrivare previo permesso del comune di Mattinata, che ogni mattina centella scrupolosamente il numero dei bagnanti che possono accedervi.  E così puoi goderti la luce azzurra di un mare incredibilmente calmo che si confonde con il bianco accecante dei sassolini sulla battigia e a contrasto i colori delle piante e dei fiori che sfidano la roccia nascendo su ripide che se ti poni sotto e guardi in alto, sembra che ti travolgano...e quelle tracce di antiche scogliere che si ergono maestose dall'acqua impongono  la loro presenza interrompendo la linea del mare...qui puoi abbandonarti a te stessa, chiudere gli occhi e lasciare che il sole scaldi la tua pelle e che i pensieri ti facciano dimenticare che non appartieni a quel luogo meraviglioso...e dunque occhiali miei, cari complici di occhi non truccati, di notti insonni o preziosi schermi dalla luce abbagliante, vi lascio lì,  in fondo al mare, dove certamente saprete ringraziarmi per il resto della vostra nuova vita...         

lunedì 13 giugno 2011

Patè(mi) d'animo.

Imparare a gestire i sentimenti, secondo me, è un grande passo verso la serenità d'animo. Una sorta di anestetizzazione  verso tutto quello che potrebbe mettere in pericolo la nostra stabilità mentale. Frustrazioni, attese improduttive, delusioni o senso di impotenza inducono spesso alla tristezza, al nervosismo, all'irritabilità, a giornate rovinate da pensieri negativi. Con il tempo, una buona dose di pazienza e un lungo lavoro su me stessa, ho, come dire, affinato la mia  capacità di discernere le cose veramente importanti e soprattutto " vere", da quelle che possono essere risolte semplicemente dandomi tempo e dandone agli altri, valutandone le possibili cause o " circostanziando" la situazione. Esistono una miriade di possibilità sul fatto che le cose non vanno sempre come vogliamo noi e  comunque ho sempre in mente la frase che ho imparato dalla scrittrice Marci Shimof :- Perchè i nostri pensieri dovrebbere essere veri? Perchè dovremmo credere  sempre e comunque a quello che passa per la nostra testa? - I pensieri che ci passano per la testa ogni volta che un evento o un non evento che aspettavamo non procede come ce lo avevamo immaginato, non sempre ci danno spiegazioni positive su quello che può essere successo, in quanto non siamo onnipotenti e non possiamo controllare o indirizzare le azioni e i comportamenti degli altri. Dunque: aspettare. Prima di farmi prendere dal panico, prima di autoinfliggermi  musi lunghi e  lacrimi facili, io aspetto. Aspetto di parlare, aspetto di verificare, aspetto di arrivare a delle conclusioni. Nel frattempo faccio altro. Qualunque cosa: dal prepararmi un caffè, dal farmi una passeggiata, leggere, innaffiare i fiori o guardare la tv. Il tempo intanto scorre e nel frattempo i miei pensieri prendono un'altra forma, si colorano e si rallegrano, assumono la loro vera forma di  semplici pensieri e non di questioni irrisolvibili! Credo di aver raggiunto un traguardo importante e voglio godermelo in pieno! E alla fine...chiaramente tutto combacia , come i pezzi di un puzzle !

lunedì 23 maggio 2011

MILLO

Facile cadere nella retorica quando si parla dei cani. Se poi il tuo cane è scomparso da poco i termini sembrano ancora più scontati. Millo invece non era così scontato come cane. Trovato in una specie di pollaio, se ne stava in disparte, raggomitolato in un angolo della cuccia, mentre i suoi fratellini richiamavano la nostra attenzione per farsi portare via da lì...per questo lo scegliemmo. Malnutrito, malato di gastroenterite, con poche speranze di salvarsi, eppure ce la fece, circondato da tutta la nostra famiglia. Il veterinario disse che non aveva mai visto tanta solidarietà familiare spendersi per un cucciolo, visto che non solo noi proprietari lo accompagnavamo a fare le flebo ma anche mia mamma, mio fratello, mia cognata. Una mattina un esserino ridotto all'osso si affacciò con la testolina al letto dove ancora dormivo...scondinzolava, mi faceva le feste, era guarito! Da quel giorno ci ha accompagnato per molti anni con la sua dolcezza, con la sua voglia di coccole, con i suoi timori di stare in mezzo alla gente o in ambienti che non conosceva...beniamino del cantiere dove lavora mio marito, preso in giro dagli operai quando passava rincorso dai gatti, ma verso i quali prendeva la rivincita nascondendogli i guanti o gli attrezzi da lavoro. Amava la tranquillità della sua casa e la spiaggia di Santa Liberata...la domenica mattina molto presto, con nostro grande disappunto, già si agitava per la casa, sapendo che quel giorno avrebbe fatto il bagno, si sarebbe rotolato nelle alghe e avrebbe rincorso i legni che gli lanciavamo sperando che imparasse a riportarceli una buona volta, anzichè rosicchiarli o facendone un trofeo da regalare al mio babbo che li usava per accendere il fuoco nella stufa. Poi l'incidente e l'operazione per dargli una nuova speranza di vita, che ci ha restituito un Millo un pò sbilenco, zoppicante e acciaccato dai dolori, ma sempre vitale, giocherellone e dispensatore di tanto, tanto affetto. C'è quell'angolo vuoto in casa, l'angolo nel quale si rifugiava negli ultimi tempi con la sua coperta e il suo indispensabile cuscino su cui appoggiava la testa per riposare e guai se qualche volta non lo trovava perchè a lavare o dimenticato in camera dove dormiva la notte! Quanti episodi ci sarebbero da raccontare, buffi, divertenti, curiosi oppure tristi e dolorosi. La sua assenza si fa ancora sentire troppo forte e quell'angolo vuoto sul quale cade la vista ogni volta che entro in casa mi richiama alla mente ogni volta le sue festicciole per la contentezza di rivedermi e la sensazione delle sue orecchie morbide e del suo sguardo amorevole non mi lascerà più...ciao Millo, divertiti nel Paradiso dei cani con i tuoi amichetti, corri forte per tutto il tempo che non hai più potuto correre e guarda intorno a te per tutto quello che non hai più potuto vedere!       

mercoledì 11 maggio 2011

In trepida attesa

In trepida attesa che giunga il momento. Al discendere le scale che separano l'atrio dalla pista da ballo, il mio cuore sussulterà a 3000 battiti al minuto; un tremolio diffuso su tutto il corpo mi provocherà un leggero freddo, nonostante la mia fronte sarà bagnata da un filo di  sudore...la gente in attesa sembrerà rivolta tutta verso me, i miei gesti, la mia camminata zoppicante, resa ancora più accentuata dall'emozione. Il mio primo istinto sarà di scappare, immediatamente soffocato dallo storico temperamento che mi porto dietro dalla nascita, quello che mi impedisce di troncare ogni impegno a metà, nonostante i miei tentativi di non lasciarmi sopraffare da una forza di volontà così cocciuta da rovinarmi spesse volte alcuni momenti dell'esistenza...E i dubbi di non essere in grado, di dimenticare i passi, di cadere, di sembrare ridicola o impacciata. Nella stesso tempo l'adrenalina che suscita una competizione o un'esibizione...non mi dispiace! Mettermi in evidenza, distinguermi o dar da parlare nel bene e nel male, mi eccita e mi diverte...e il gusto di aver tentato, di essermi buttata, di aver ancora una volta superato i miei evidenti limiti fisici mi invoglia a desiderare il momento del "tutto finito", piuttosto che quello del " niente iniziato" . E allora lasciamo che continui la trepida attesa, e che la salsa sia con me... 

martedì 26 aprile 2011

Ma li conosciamo davvero questi ragazzi?

I ragazzi che vicino Sorano hanno massacrato due carabinieri a bastonate sono descritti da chi li conosce come bravissimi ed educatissimi ragazzi. Gli stessi genitori di uno dei minorenni hanno dichiarato che il figlio non aveva mai dato problemi prima, anzi, avendo lavorato tutta la settimana nel negozio di famiglia, l'uscita con gli amici a mezzanotte è stata descritta come un "premio" per il ragazzo. A volte osservo i miei alunni e le mie alunne in classe...silenziosi, rispettosi e apparentemente attenti alla lezione, con quei visini bianchi e gli occhi ancora pieni di sonno e mi fanno tenerezza...poi, a casa, leggo i commenti che alcuni di loro con cui ho l'amicizia, pubblicano su Facebook: le parolacce improponibili si sprecano, così come i racconti di serate passate a sbronzarsi...  la noia e l'insoddisfazione verso la vita li divora e non li riconosco. Allora mi chiedo se quei genitori conoscono veramente i loro figli...mi chiedo se è possibile che un ragazzo che si comporta in modo irreprensibile nella vita di tutti i giorni possa trasformarsi in un criminale le volte che esce con gli amici...mi chiedo come dei genitori responsabili possano far uscire un minorenne a mezzanotte senza sapere dove andrà, come passerà la nottata e considerare la cosa normale...credo che occorra ripensare a cosa voglia dire essere genitore, se davvero si debbano premiare i comportamenti dei figli quando non fanno altro che il loro dovere di lavoratori o studenti o se tali comportamenti non debbano rientrare semplicemente tra i doveri dei figli, dunque apprezzarli ma non esaltarli come fossero cose straordinarie! Credo inoltre che  non basti chiedere distrattamente ai figli:- Che hai fatto oggi a scuola?- Per poi ascoltare altrettanto distrattamente la risposta, ma seguirli nel loro percorso di studio anche interessandosi al racconto delle loro emozioni, dei loro dubbi o delle loro paure...infine credo che gli adulti debbano pretendere di conoscere le amicizie e i luoghi frequentati dai ragazzi, anche a costo di sembrare invadenti, in modo da intervenire con proposte alternative o da evitare che arrivino al punto di non capire le conseguenze delle loro azioni.     

domenica 17 aprile 2011

Farneticazioni interessate.

Ancora farneticazioni sulla scuola pubblica.
Per replicare alle parole del Presidente del consiglio occorre essere informati. Ho cercato su internet quali siano i valori delle famiglie italiane oggi. Se è vero che gli insegnanti di sinistra nelle scuole pubbliche inculcano valori contrari a quelli delle famiglie, vorrei prima sapere in cosa consistono tali valori...solo allora potrò dire se in tanti anni di insegnamento ho seguito le regole o inconsapevolmente me ne sono allontanata. Forse non sarò capace a cercare con motori di ricerca ma...non ho trovato nulla! Vengono fuori informazioni del tipo "potere economico della famiglia",consumi delle famiglie, potere d'acquisto...nulla che mi possa illuminare su quali siano questi famigerati valori! Ho pensato allora ad una famiglia normale, che cerca di insegnare ai figlioli l'amore per il padre e la madre, il rispetto per i fratelli e le sorelle, il rispetto per i vicini, gli amici, il prossimo...figli che aiutano in casa, mettono in ordine la loro camera,tornano ad orari ragionevoli...una famiglia ideale insomma, più che reale a sentire i fatti di cronaca e le bande di ragazzini che fino alle 4 di mattina osannano in discoteca personaggi come Corona o come le caricature del GF ( ma questo è un altro discorso). Voglio dire che non credo che gli insegnanti di sinistra inneggino in classe all'odio per i genitori, al sovvertimento dell'autorità o all'anarchia dei doveri filiali! Dunque il Presidente a cosa si riferisce? Alla libertà di pensiero, alla creatività e all'indipendenza delle scelte nello studio e nel lavoro? Ma questi non sono valori universali? E allora gli insegnanti di destra che cosa insegnano ai loro alunni?

sabato 9 aprile 2011

Lo so oramai sono passati giorni da quando siamo tornati all'ora legale. Io però non riesco proprio a riprendermi. D'altro canto ogni volta aspetto con rassegnazione il santo ritorno all'ora solare...ho una mia teoria a proposito della mia totale avversione per lo spostamento in avanti delle lancette dell'orologio. Se vado a letto a mezzanotte e mi alzo alle 6 della mattina mi sembra di essere stata attraversata da un camion in corsa. Se vado a letto alle 9 e allo stasso modo mi sveglio alle 6 non sarà in corsa ma sempre da un camion mi sembra di essere stata schiacciata. Allora questa storia che con l'ora legale le ore di sonno sono le stesse di quando c'è l'ora solare, con me non regge. Non contano le ore che dormi, quanto l'ora che ti devi alzare la mattina. A parte che inconsciamente sai che sono le 5 e non le 6 e il nostro organismo risponde agli stimoli istintivi e   non a quelli indotti con la forza, è la natura stessa che si ribella! Il sole che non sa che è scattata l'odiata e deleteria ora, fa capolino come sempre dal monte all'ora che deve sorgere e invece noi ci alziamo ancora con il buio! Gli uccellini che dovrebbero raccontare il nuovo giorno con i loro cinguettii se ne stanno ammutoliti e attoniti sui loro rametti...e la sera? Quando, dopo il lavoro, complice il buio potevamo a trucco sfatto concederci ancora una camminatina tra la folla, incuranti dell'aspetto non proprio da primo pelo ( cioè da preparazione mattutina visto che ogni giorno sono a contatto con giovincelle che arrivano a scuola sembrando mufloni addormentati, capigliatura ribelle e visini bianchi sdilavati, occhiaie scure e abbigliamento preso sicuramente alla rinfusa dal mucchio perenne che hanno sul pavimento della cameretta!) adesso una luce violenta, del tutto simile a  quella dei neon dei camerini dei negozi di abbigliamento, ( chi sono i disgraziati designer?) svela impietosamente sul nostro viso il carico di tutta la giornata e ci costringe a rientranze furtive, scrostando le mura dei palazzi e immergendoci nei viottoli, sperando di non incontrare nessun conoscente che vi abbia veduto in passato in tiro alle feste...non ultima argomentazione a favore della mia preghiera sull'abolizione dell'ora legale...la fameee!!! Il mio stomaco si ribella se non mangia all'ora canonica la sera, cioè alle 19...direte voi...ma prima erano le 18...ma non sapete dei riti della merenda alle 16 e del fatto che dopo 3 ore se non mangio sembro un'attrice del cinema muto nell'atto di svenire sul canapè, dorso della mano sulla fronte, tremolii e gambe molli ( chissà come mai nel momento dello svenimento la trama di questi film prevedeva che accanto alle attrici ci fosse un divano...), dunque mi tocca cenare a giorno pieno e mi sento come quei pensionati nella casa di cura o i malati all'ospedale costretti a mangiare all'ora che le persone normali hanno ancora un bel pò di tempo prima dell'aperitivo! Concludendo...Ho sonno. Sono stanca. Sono sfasata. Sono rinco. Voglio l'ora solareeeeee!!!

giovedì 24 marzo 2011

RISPOSTA DI SAVIANO A BERLUSCONI E A EMILIO FEDE

Vergogna

La guerra in Libia riesce a far sorvolare l'opinione pubblica e i partiti di opposizione su affermazioni di Silvio berlusconi che, se non fossero testimoniate da video, non si potrebbe credere alla loro veridicità. Recentemente il Presidente del Consiglio ha affermato che strozzerebbe gli autori della fiction "La piovra" e coloro che scrivono libri sulla mafia, perchè ci fanno fare " brutta figura" all'estero. Chi glielo dice ai parenti delle vittime della mafia che la morte dei loro congiunti "appanna" l'immagine che l'Italia dà all'estero? Chi glielo dice alle decine di magistrati, giornalisti, persone comuni che sono morti per combattere un cancro del nostro paese, ma li dobbiamo dimenticare in nome del sole, degli spaghetti e del mandolino con cui noi italiani siamo conosciuti negli altri Paesi? Chi glielo dice a quei professori che in classe cercano di sensibilizzare gli alunni sul problema della mafia, attraverso approfondimenti, filmati, letture affinchè loro stessi trovino il modo di opporsi alla criminalità combattendo con le parole, con la condivisione delle idee, con le prese di posizione contro l'omertà che ha impedito per anni di incrinare l'incolumità delle cosche mafiose? Come le vogliamo chiamare coloro che si schierano dalla parte degli omertosi, cercando di diffondere una cultura che non dice, che nasconde, che copre le magagne della società in cui vive? Le affermazioni di berlusconi costituiscono una grave offesa per tutti i cittadini onesti e io mi vergogno del fatto che siano passate così sotto silenzio.





mercoledì 9 marzo 2011

Che fine faremo.

L'ultimo stralcio della trasmissione Ballarò, ieri sera, non mi ha fatto dormire. Veniva mostrato un servizio che informava sulle condizioni del nostro patrimonio artistico e culturale.  Si faceva notare come il posto dello Stato è stato preso da agenzie private che offrono ottimi servizi per la fruizione delle opere artistiche, per l'organizzazione di tour o per la fornitura di guide turistiche, le quali, pur guadagnando cifre spropositate da questo commercio, non investe per la salvaguardia del patrimonio storico e culturale e questo è ovvio...la cosa scorcentante che la maggiore azionaria di tali agenzie è il gruppo Mondadori!  Non riesco a capire o forse si...Lo stato taglia i fondi alla cultura
( si parla di circa 280 milioni di euro solo per il prossimo anno, mentre nel prossimo biennio i tagli dovrebbero arrivare anche a 800 milioni di euro) e nello stesso tempo si arricchiscono agenzie private che fanno capo al gruppo editoriale più importante di Berlusconi? Insieme alla notizia letta in questi giorni sui quotidiani che la grande istituzione cinematografica di Cinecittà sarà costretta a chiudere per mancanza di fondi e di personale, tutto ciò tocca nel profondo chi, come me, che ha sempre creduto che la cultura dovrebbe essere la prima preoccupazione dei governanti. " Un governo che per ammissione del suo stesso ministro, non crede nel “ruolo strategico della cultura”. Che non investe. Non progetta. Che abbassa il patrimonio culturale ad attività da amministrare giorno per giorno. Derubricandolo a voce di bilancio. Trattandolo come un comma qualsiasi del decreto milleproroghe" ( da Repubblica.it ).  Se il significato di cultura è inteso come coesione di idee, valori, convinzioni, norme e modi di agire, condivisi dai membri di una qualsiasi comunità o sistema organizzativo; se quindi la cultura si riferisce a tutto ciò che è singolare, originale, locale ed esprime il senso ed il razionale (ethos) di una comunità, di un gruppo etnico, di una nazione, etc. (identità culturale); se  con tale significato, la cultura include le caratteristiche distintive di una specifica società, questo governo sta distruggendo le stesse basi della civiltà italiana.  per sostenere le mie argomentazioni ho pubblicato il video dove Abbado ci parla di questo aspetto...le sue parole sono significative e meritano riflessione da parte di tutti noi!   

Claudio ABBADO parla dei tagli alla cultura - "Vieni via con me" di Fabi...

domenica 27 febbraio 2011

Anomalie.

Mi sono spesso fatta delle domande sulle finalità della scuola privata. Non trovando da sola delle risposte ho cercato di chiedere ad altri, di informarmi, insomma di trovare una motivazione valida sul fatto che lo Stato non solo autorizzi la creazione di scuole private, ma che le finanzi e oltretutto conceda incentivi e bonus alle famiglie che decidono di iscrivere qui loro figli. Non vi è dubbio che  la finalità ultima della scuola sia quella di provvedere all'istruzione e alla formazione professionale e culturale dei giovani. Se è vero che le scuole private devono avere gli stessi programmi delle scuole pubbliche, dalla scuola dell'infanzia fino alla scuola superiore per quale oscuro motivo gli stessi finanziamenti non sono devoluti anche alla scuola pubblica? Per quale oscuro motivo le famiglie  pagano una retta mensile per far impartire ai loro figli gli stessi contenuti disciplinari che troverebbero nella scuola pubblica? E per di più da docenti reclutati non attraverso un concorso che valuti la loro preparazione, ma attraverso una semplice domanda personale...Sono quegli stessi docenti che spesso accettano un posto solo per accumulare crediti, punteggio al fine di poter entrare nelle graduatorie delle scuole pubbliche. E se no, per quale oscuro motivo molti docenti accettano di lavorarci gratis? Per "vocazione"? Per spirito di abnegazione? Perchè amano tanto i discenti da non poter stare lontani da loro? Il nostro Presidente del consiglio parla di indottrinamento comunista che gli insegnati inculcherebbero sugli alunni delle scuole pubbliche...come  vogliamo chiamare l'insegnamento proprio delle scuole cattoliche? E come vogliamo chiamare lo sfruttamento di uno dei bisogni primari dell'uomo, appunto quello all'istruzione e all'educazione da parte di coloro considerano la scuola un bussines? La scuola privata costituisce un'offesa verso  i valori fondamentali della democrazia, prima di tutto l'uguaglianza dei cittadini  nel diritto a ricevere un'istruzione adeguata e  gratuita, e uno Stato che preferisce finanziare i ceti più abbienti e incoraggiare chi guadagna sulla discriminazione fra chi può permettersi di pagare e chi non può, piuttosto che agevolare coloro che scelgono di condividere il loro percorso scolastico con una pluralità di alunni di stato sociale, provenienza geografica, lingua e religione  diverse non può essere nel giusto.