Porto Ercole

Porto Ercole

martedì 20 novembre 2012

Non scomodiamo Dio.

Non scomodiamo Dio e gli dei. Il Male e il Bene come categorie metafisiche e personificate non hanno ragione di esistere nella realtà dell'uomo se non come prodotti della sua cultura , contingente e relativa ai fatti che succedono su questa terra e nell'universo conosciuto e solo in quelli. Dio lasciamolo lassù, nel suo mondo perfetto e immutabile...la natura umana, animale e vegetale subisce i cambiamenti, si involve e si evolve continuamente, nata come è dall'imprevidibiltà e dal caso che tutto stravolge e tutto ricompone. Come la Natura, quando si scatena contro l'uomo, lo pone di fronte alle sue debolezze, alla sua precarietà, al pensiero della fatalità della sua stessa esistenza, destinata a finire. E' proprio nei momenti di difficoltà che scatta il riconoscimento di appartenere alla stessa specie e di essere figli dello stesso triste destino. La Solidarietà è frutto di tale consapevolezza, è un sentire comune, che scatta e coinvolge la coscienza di uomo e l'istinto degli animali. Da che mondo è mondo l'umanità è vittima delle più disparate calamità naturali, siano esse frutto dei naturali movimenti terrestri, sia esse provocate da comportamenti scellerati di chi, al potere, dovrebbe salvaguardare il cittadino da tali calamità...Ma tantè, in condizioni di normalità l'uomo sa come vivere in società, adeguandosi e negando l'evidenza, mettendosi l'uno contro l'altro per continuare a vivere quietamente nel suo piccolo mondo, con gli occhi, le orecchie, la mente oscurata da quello che succede agli altri uomini, poche centinaia di metri più in là. Nel mondo del virtuale la solidarietà si amplifica per la velocità di trasmissione, di informazione, di comunicazione, ma è da quando l'uomo ha conquistato una coscienza civile, che si è prodigato verso gli altri nei momenti di difficoltà e non è eccezionale tutto questo. Solo che non si sapeva. Non si sapeva chi fossero, cosa facessero, con quali mezzi e con queli energie e materiali gli uomini aiutassero gli altri uomini. Guidati solo da quel senso di appartenenza all'Umanità. Voglio dire che quello che oggi appare eccezionale, il fatto della generosità delle persone, della prodigalità nell'offrire aiuto nei casi di calamità debba essere considerata normale. Perchè frutto della stessa natura dell'uomo, quella natura che possiamo riconoscere in Gesù per quello che ha fatto per gli uomini su questa terra. E per altri uomini come lui, che nel corso dei millenni hanno cambiato le sorti dell'Umanità nel modo di pensare. Quella natura che non è buona o cattiva a prescindere da come l'uomo si prodiga ma esiste al di là di queste concettualizzazioni astratte. Io la chiamerei più propriamente dignità. Riscoprire la propria dignità negli occhi degli altri. Sentirsi utili su questa terra, almeno qualche volta, purtroppo sempre più frequente nel tempo. Si legge nella Genesi che il Bene viene dal Male...io credo che il male può venire solo dal male e il bene solo dal bene. E che a sua volta solo il male è frutto dell'uomo e solo dell'uomo. o della Natura. Ma l'uomo è consapevole, la Natura no. E vorrei tanto che per una volta l'Umanità si compattasse verso i torturatori dei bambini e degli animali, dei guerrafondai, dei corrotti e ei disonesti. Perchè anche questi sono uomini...una solidarietà al contrario, non per dare, questa volta, ma per togliere loro la possibilità di fare ancora del male. Questa sarebbe la vera eccezionalità.  E finalmente potrei credere al " Come in cielo così in terra".

mercoledì 26 settembre 2012

Poesia.

- Ma a me, che me ne viene?- Scusami non ho capito- Rispondo al mio alunno di V. - Si Prof...a che mi serve questa poesia? Proprio a niente- E io, che ero poco prima naufragata dolcemente col Leopardi in quell'immenso  mare, lo guardo attonita. Non so rispondergli. Si, cosa se ne farà mai dell'Infinito di Leopardi un ragazzo di 19 anni, il cui unico motivo per venire a scuola sta nel prendersi più velocemente possibile un pezzo di carta e senza stare troppo a faticare...Hai voglia a parlare di emozione, di sentimento, di come il poeta riesce a dire con parole sublimi quello che noi comuni mortali sentiamo di sentire, ma non riusciamo ad esprimere così bene! - Mi sento malinconico oggi..si, come dire..emh..triste ecco...- Come mai? - - Eh non lo so, come se mi mancasse qualcosa...- Non avrai fame? E' una questione di zuccheri, te lo dico io!Mangia qualcosa e tui passa tutto vedrai!- Certo, la pancia piena aiuta. Aiuta il tuo corpo, vorrei dire a quel ragazzo. Fino al prossimo brontolio. E di nuovo riempirai la pancia e nutrirai il tuo corpo. Ma la mente resterà priva di risposte. Vuota. Inutile.

Esco dalla classe e mi infilo nell'altra V. Stesso programma. Stessa poesia. Aspetto rassegnata sbadigli e i giochetti infantili di chi si annoia e disturba in modo che li richiami e perdiamo così un pò di quel tempo sprecato a leggere le poesie. Alzo gli occhi all'ultimo verso...un'alunna ha gli occhi lacrimosi. Commossa, non riesce a trattenere le lacrime. E io faccio finta di niente per non metterla in imbarazzo ma la guardo e con gli occhi le dico - Grazie, ragazza mia.-

lunedì 24 settembre 2012

Perdersi per poi ritrovarsi?

In quanto a perdere perdo, non c'è che dire. Perdo le cose più disparate, ma fiduciosa che la casa nasconde ma non ruba e che la custode a scuola ogni tanto mi rimette occhiali, portafogli, libri, paschmine, cellulare, giacche varie ecc ecc nel mio armadietto senza neanche prima verificare di chi siano,  mi fa stare relativamente tranquilla, quando succede che mi sparisca qualcosa...il problema è che stavolta mi sono persa io. Si, IO stessa e non so quando mi ritroverò! Mi guardo allo specchio, mi stranisco - Ma sono miei quegli occhi? Li ricordavo di un colore diverso...e il naso? Sarà perchè è cambiato che mia mamma l'altro giorno, mentre ne ne stavo tranquilla a leggere al sole mi ha proposto di farmelo operare- Per renderlo più carino!- Ha esclamato giuliva e apparantemente inconsapevole di quali enormi dubbi provocano tali affermazioni nella ricerca di me..e le mani? Ah! Le mani sono diventate una vera incognita...cambiano a giorni alterni, una volta più armoniose, l'altro più pesanti... gesticolano nell'aria, mi scostano i capelli dalla fronte senza che me lo chiedano, se li voglio proprio lì. La mente poi impazza, sembra farsi beffe di me. Intanto a tratti si ferma. Non pensa. Chiaro segnale di non me, che ha la mente che ribolle da quanto rimugina tutto il santo giorno e spesso anche la notte..e poi? Che mi fa questa impunita? Pensa a persone che non dovrei pensare, che faticherei persino a salutare se me le trovassi di fronte, persone lontane nel tempo o persone  che come un lampo sono entrate nella mia vita e allo stesso modo come un razzo ne sono uscite o le ho fatte uscire io... E poi mi illude...questa mente estranea  mi illude con sogni di viaggi lontani, con risa spensierate da bambina,  con corse e passi leggeri che mi vedono andare come se le gambe falcassero l'aria con maestria di atleta...così le urlo - Riprendi con il tuo solito ritmo, perchè così io mi perdo ancora di più! ...E se poi mi ritrovo e non mi riconosco, come ricominciare tutto da capo? Ma poi, pensandoci bene, non sarebbe così male non ritrovarsi più! Plasmarmi dal nulla, darmi una nuova forma, novella creatrice di me stessa col senno di poi...però...  

martedì 11 settembre 2012

Sembra facile...

Dice...- Ma fai da sola! Non consegnare l'appartamento alle agenzie immobiliari che poi chissà quanto ti prendono di commissione!- Giusto consiglio, accettato e cercato di mettere in pratica. Si perchè le difficoltà si presentano a mano a mano che procedi nell'impresa. - Il cartello lo vuole di che colore?- chiede il cartolaio...- Mah, non so, cosa va quest anno? - Ah il rosso attira sempre! Guardi i tori...Ma se vuole c'è verde, giallo, azzurro...- No no, il rosso va bene- rispondo - cercando di capire se faccia pandant con il palazzo...arrivata a casa si presenta il problema del pennarello. Non puoi scrivere con una penna qualsiasi, non si vedrebbe bene la scritta e poi il cartello di cartone pesante in men che non si dica si mangerebbe l'inchiostro..Ritorni dal cartolaio - Punta fine o punta doppia? Lucido o opaco? Indelebile glielo consiglio, sa, la pioggia...- Torno a casa pronta a scrivere il mio appello. Vendesi apartamento..??? Apartamento? O cac. ma come è successo...non so più scrivere in italiano adesso? Butti via il primo cartello ( in previsione della tua sbadataggine e pasticcioneria ne hai comprati  in abbondanza) attacchi col secondo. Questa volta la grammatica è salva, salvo che hai finito lo spazio per scrivere il numero di telefono a cui rivolgersi e te lo ritrovi scritto in piccolo in un angolino, sperando che i possibili interessati vadano in giro ogni giorno con una lente di ingrandimento in tasca. Fiera comunque del risultato ( sono passate 3 ore buone) scendi in strada armata di scotch. Quello trasparente. Si, quello per i pacchi regalo. Che mai e poi mai si attaccherà ad un muro umido, in parte scrostato dal tempo e di graniglia ruvida. Ci provi comunque. Fra pezzi di scotch  attaccati alle dita, aggrovigliato su se stesso, ammalloppato sul cartello nello strenuo tentativo di farlo attaccare al muro, decidi che non è il metodo giusto...torni su  in casa, rovisti nei cassetti per trovare un rimasuglio di corda, scendi armata di forbici e...zac, zac tagli due fori grandi quasi quanto il cartello e con abilità da vero marinaio di terra,  annodi la corda al cartello ( cioè il cartello alla corda!) e con un bel fiocco..voilà! la scritta Vendesi spicca fra il verde delle foglie dell'alloro  della vicina, attaccato ad un rametto che la prima brezzolina stanotte spezzerà come un fuscelletto...ma tantè, intanto sta lì e lo guardo pensando che non ce l'abbia messo io e  che l'appartamento sia di qualcun altro e speri di rivederlo fra sei mesi da rosso diventato rosa e con la scritta ormai illeggibile...

martedì 7 agosto 2012

Uomini

Gli esseri mammiferi di sesso  maschile, ( dicesi più comunemente uomini), si sa, mantengono gli istinti primitivi primordiali  che manifestano anche nelle azioni quotidiane. Prendiamo l'azione di farsi la doccia prima di fare il bagno in piscina, per esempio. Chi è stato almeno una volta in piscina sa che prima di immergersi è obbligatorio farsi una RAPIDA doccia a scopi igienici. Per l'uomo occorrerebbe aggiungere alla scritta di avviso sul cartello, anche la dicitura " Bagnante uomo, QUESTA è  la doccia della piscina, sappiamo che nella forma e nell'uso richiama quella di casa tua, ma NON è quella!"...Così forse non dovremmo più assistere a scene in cui il maschio entra sotto il getto con  il blrurulrrllbllrrr solito che emette quando fa la doccia a casa sua, cominciando a strofinarsi la testa come se si portasse via il cuoio capelluto ( non ti sei messo lo sciampoooo qualcuno glielo dicaaaaa), per poi passare alle ascelle che scartavetra con meticolosità certosina, cercando forse di rimuovere le stagnazioni notturne ( la doccia l'hai già fatta stamani, almeno si spera, rincoglionitoooo).   Ma il pezzo forte arriva quando, con un fare assolutamente inconsapevole di stare in un luogo pubblico attorniato da decine di persone, la sua mano scende proprio lì..si proprio LI'!!! Si insinua nel costume e ..ravana, ravana e ravana e ravana...( almeno 20 minuti di ravanamenti!) Poi, soddisfatto, dopo un' ultima giravolta per togliersi gli eventuali rimasugli di sapone ( NON HAI USATO IL SAPONEEEEE) esce prende il telo eeee ... si asciugaaa ( ! )  Finalmente si butta in piscina, schiantandosi con una panciata in acqua tra le proteste delle signore con il collo più lungo di 10 cm nel tentativo di rinfrescarsi cercando di mantenere i capelli asciutti ...che te possino!

martedì 17 luglio 2012

Perdere tutte le convinzioni, i punti fermi, le certezze. Quelle logiche, mentali relativamente alle amicizie, all'amore, ai sentimenti, al lavoro, all'appartenenza politica e religiosa. E' quello che mi sta succedendo da qualche mese con consapevolezza a volte dolorosa, a volte curiosa, mai scontata perchè credevo con fermezza a certi valori e nella condivisione di questi con le persone che mi ruotavano intorno nella vita. Eppure è successo. E ogni giorno mi chiedo se davvero sia necessario ricostruirmi sulla base delle novità o lasciare che la vita scorra secondo altre logiche, altre convinzioni, altri modi di pensare, altri comportamenti che mi passano accanto e mi sfiorano senza conseguenze, a volte, e a volte mi bruciano per il loro violento contrasto con il mio modo di essere ancora oggi. Penso che alla fine rimarrò come sono. Almeno una certezza l'avrò recuperata. Quella di non aver tradito me stessa.   

giovedì 5 luglio 2012

Orientativamente.

" Tutte le strade portano a Roma" dice un famosissimo detto. Va bene . Solo che io, per la maggior parte delle volte, devo andare dall'altra parte. E immancabilmente mi ,perdo. Non in popolose città o in paesi stranieri dove non ci sono indicazioni in italiano. No. Io mi perdo per strade di campagna, fra pinete e campeggi marini, su strade sterrate che neanche a mettertici di proposito per farlo apposta, ti condurrebbero dalla parte sbagliata rispetto a dove vuoi andare.  Qualche esempio? Pescia fiorentina. Due case più due villette messe in croce e una strada. Una. Una unica lunghissima strada che io ho percorso tutta. Ma al rovescio. Hai voglia a trovare l'indicazione Grosseto. Neanche la freccia diritta che indica Ladispoli mi ha messo sull'avviso...ci sarà uno svincolo, pensavo. Intanto andavo, andavo...e poi Marina di Grosseto. A Marina di Grosseto c'è un centro con una chiesa, un porticciolo con una rotonda e un lungomare con tanti bagnetti. E tanti, troppi, divieti di accesso e strade a senso unico. Così se per caso sei indirizzata verso un bagno dove i tuoi amici stanno divertendosi mangiando e ballando e non sai dove sia, capita che ti immetta in una strada e poi in un'altra e poi in un'altra ancora seguendo il labirinto delle rotonde ( che odioooo) e delle strade consentite e ti ritrovi tra i lupi, di notte, sola, in lontananza una tenda canadese che quasi quasi ti accucceresti lì dentro, fra i proprietari addormentati e ignari del mio tormento,  ad aspettare la luce del giorno e la speranza di una illuminazione indicativa il senso di marcia da percorrere. Solo che poi, la festa, credo, sarebbe già finita. Il mio senso dell'orientamento non migliora neanche con il navigatore. Lo imposto ogni volta speranzosa- tanto ho il navigatore! - accettando mio malgrado quella voce di signorinatumistufi che con aria supponente e con sguardo cattivo e sprezzante ( lo intuisco dai toni della voce) alla fine mi conduce in luoghi con lo stesso nome ma in regioni diverse e siccome la scelta della famigerata cade sempre su strade secondarie, mi rendo conto solo alla vista del cartello con la striscia rossa che taglia in due la parola Italia che avrei dovuto riguardare la data di validità dei documenti personali, pena il rimpatrio su un autoarticolato merci con il tuo viso ad un palmo di naso dalle narici rosa delle mucche che ti annusano incuriosite...Tutto ciò non sarebbe un gran male se il mio non senso di orientamento non mi orientasse anche nei rapporti con gli altri, tra confusioni di amicizie che non sono amicizie, presunte relazioni che non sono relazioni, atteggiamenti di benevolenza e di partecipazione sentimentale  che si rivelano comportamenti utilitaristici, inneggiamenti alla libertà personali che alla fine ti colpiscono  quandosi tolgono la maschera e si svelano come menefreghismi frenati  solo dal senso del pudore...Insomma forse dovrei tornare  a scuola. A scuola di vita. Anche se a questo punto diffiderei degli insegnanti, pensando che mi indichino una strada come quella giusta per me per prenderla loro, invece quella giusta per i loro interessi. Non ho speranza se non quella di sbagliare da sola, perchè gira che ti rigira, la strada di casa alla fine la trovo.

mercoledì 16 maggio 2012

Scrivo

Hai cominciato a scrivere per vivere. Finisci per scrivere in modo da non morire.

Carlos Fuentes.

E infatti scrivo. Scrivo per non annegare, scrivo per affondare negli abissi dei ricordi. Scrivo per ridere, per piangere, per supplicare me stessa, scrivo per inveire verso le difficoltà, scrivo per tenermele dentro le difficoltà. Scrivo per l'amore che non ho, scrivo per quelli che ho avuto o che vorrei, scrivo perchè non posso permettermi un amore, scrivo perchè non posso permettermi il tuo amore. Scrivo per rivolgermi a te e per voltarti le spalle, scrivo perchè non vorrei voltarti le spalle ma correrti incontro e gridarti sono qui. Scrivo per l'arrivo delle stagioni, scrivo per un fiore che nasce e per quelli secchi che ho lasciato morire assetati di acqua. Scrivo per quella canzone che oggi mi ha fatto piangere, scrivo per la tenerezza che mi ha inondato ascoltandola, scrivo perchè vorrei cantarla con tutto il fiato che ho, ma non posso.  Scrivo nelle giornate di sole e in quelle di pioggia, scrivo perchè il treno mi ha ricondotto a casa con i miei panni sporchi. Scrivo per ripartire, scrivo per non tornare, scrivo per chi incontrerò e per chi faccio fatica a salutare.  Scrivo per raccontare i sogni e le melodie, scrivo per un quadro che ho visto in un paese lontano, che mi ha incantato per le linee innaturali.che mi hanno ricordato la mia storia.  Scrivo per la sabbia bianca che ho accarezzato, per i tuffi dagli scogli da bambina, per i tagli che quegli scogli mi hanno procurato quando il mare è in tempesta. Scrivo per i profumi delle mie pietanze, scrivo per le spezie con cui le inondo, scrivo per le labbra bruciate dall'aspro del sale...scrivo per il rosa delle ferite che porto, scrivo perchè mi sono così care, adesso che hanno lasciato il rosso vermiglio del passato. Scrivo per la mia intraprendenza, scrivo per la sfacciataggine e la mancanza di logica che mi piace tanto. Scrivo per poterti riscrivere, quando mi chiederai- dove sei...scrivo per i fiocchi, grandi, che mia mamma mi faceva portare da piccola a scuola e per i sorrisi che regalavo al mio babbo quando mi preparava la cena. Scrivo per chi legge e scrivo per chi non ne vuole sapere. Scrivo perchè non voglio dormire, scrivo per potermi risvegliare. Scrivo perchè non posso correre e perchè mi piace stare qui, senza doverlo fare. Scrivo per camminare nel mio mondo, che vorrei tanto fosse anche il tuo. Scrivo non per non morire ma scrivo per vivere   .  

martedì 15 maggio 2012

Ragione e sentimento

Ragione e sentimento (titolo originale: Sense and Sensibility) è un romanzo scritto da Jane Austen e pubblicato per la prima volta nel 1811 con lo pseudonimo di "Una Lady".
Da questo bellissimo romanzo è stato tratto un film altrettanto bello. Le due sorelle protagoniste, Elinor e Marianne Dashwood incarnano rispettivamente la ragione e il sentimento rispetto al sentimento amoroso. Mentre la prima riuscirà a controllare le delusioni d'amore con rigore e compostezza, l'altra rischierà di morire di dolore dopo essere stata abbandonata dall'uomo che credeva innamorato di lei.
Noi donne e pochi uomini riflettiamo spesso sul sentimento amoroso. Nelle relazioni preferiamo grociolarci nell'accoramento, nella paura della perdita dell'amato, nei mille dubbi del - M'ama...non m'ama...- Ci piace. quel cuore gocciolante di sangue e passione ci fa sentire vive e anche se niente nel rapporto fa presagire una catastrofe imminente, cerchiamo degli invisibili segni per cominciare ad arrovellarci il cervello su cosa c'è che non va! Fiorella Mannoia cantava " siamo cosìììì, dolcemente complicate..."; Enrico Brignano, meno compassionevole, ha fatto della complicanza delle donne nei rapporti con gli uomini, un cavallo di battaglia dei suoi spettacoli divertentissimi.
Delle due sorelle comunque io ho preferito Elinor, così forte e determinata nel non lasciarsi sopraffare dal sentimento, con i suoi modi composti anche quando viene a conoscenza del matrimonio dell'amato con un'altra...il suo dolore solitario non è da meno trasparito rispetto all'angoscia evidente della sorella, anzi, si avverte con chiarezza nelle immagini dove osserva l'oceano seduta su una panchina posta sul ciglio della scogliera o quando, sorpresa dalla pioggia durante una passeggiata solitaria, si rifugia in una grotta e si lascia finalmente andare in un pianto lieve e toccante. Ma la ragione la aiuterà a superare il dolore, a vedere con maggiore distacco emotivo la sua perdita, ad andare avanti nella sua vita, perchè ha la consapevolezza che sua vita e la sua persona valga di più e si meriti di più di come la tratta un uomo...

domenica 13 maggio 2012

Prove.

Le prove degli spettacoli teatrali regalano spesso momenti di autentica emozione. Hanno lo stesso sapore dei pensieri che precedono il primo appuntamento o dell'affondo del cucchiaino nel budino al cioccolato che degusterai di lì a poco o dell'avvicinarsi delle labbra in un bacio appassionato...Gli attori e i musicisti si muovono con ritmi lenti, parlano fra loro e recitano, suonano e parlano, si spostano sul palco come se non conoscessero ancora il loro posto preciso e ti chiedi come può essere che al momento in cui usciranno dalle quinte per lo spettacolo, tutto sembrerà così naturale. Le note iniziano per poi interrompersi subito dopo al richiamo del fonico o del regista e quando finalmente gli strumenti si accordano e inizia la musica puoi sentire palpitare dolcemente il cuore all'unisono con quelli di chi si esibirà, non ancora travolti dall'ansia e dai timori di trovarsi davanti agli spettatori. Quando sono scesa furtivamente dalla scaletta stretta del Piper pensando di trovarmi da un momento all'altro riaccompagnata gentilmente fuori, non credevo che la mia intraprendenza mi avrebbe consentito di assistere al prodigio della preparazione di uno spettacolo e sentirmi unica e privilegiata insieme a pochissimi altri lì per lavoro e non certo per la passione che mi spinge spesso a realizzare con forza ciò che mi metto nella testa...nella mia poltroncina, facendomi piccola piccola per non essere notata, assistevo a quello che in serata sarebbe scoppiato in mezzo alla gente, con la musica soffocata dalle chiacchiere, dalle risate, dalle bevute al bar e dai passaggi di spettatori ritardatari in cerca del posto. Tutt'altra cosa, quando la musica si espande nell'aria vuota del locale e le vibrazioni del violino si fondono con le note degli altri strumenti e con la voce del cantante rimanendo comunque uniche e superiori per intensità e bellezza e per quella capacità tutta loro di farti credere che la melodia che esce da quelle dita sapienti sia per te e soltanto per te. Questo credo, che quella sera il destino mi abbia regalato un'autentica gioia...per me e soltanto per me.

venerdì 6 aprile 2012

Considero la Pasqua un momento di svolta. La Resurrezione cristiana, di cui accolgo il messaggio laico, ricorda  il cambiamento che ogni anno osserviano in questo momento dell'anno, nella natura che si risveglia, nelle uova degli uccellini che si schiudono, nella voglia di liberarci dei vestiti invernali per offrire al sole il corpo intorpidito dal freddo dei mesi precedenti. Il passaggio dalla vita alla morte e poi di nuovo alla vita di Gesù Cristo ci offre l'occasione per non disperare dei momenti bui, quelli in cui, a volte l'eccessivo pessimismo ci porta ad invocare la " fatal quiete" dal " reo tempo" che sembra accanirsi contro di noi, tanto da non riuscire ad intravedere la speranza di giorni sereni... Ecco che invece, senza che ce ne rendiamo conto, la luce ritorna ad allietare le nostre giornate e ci accorgiamo che anche la vita riprende con una forza  che non si credeva di avere. E il miracolo della resurrezione  si rinnova e accogliamo la nostra nuova vita felici di averla arricchita con la consapevolezza di essere migliori di prima. Gustiamoci la dolcezza del cioccolato, i colori della festa, la curiosità negli occhi dei bambini nello scovare la sorpresa e  la loro gioia facciamola nostra. E ringraziamo quell'uomo rivoluzionario per averci lasciato un così importante messaggio.  

giovedì 15 marzo 2012

Influenza

Sarà l'influenza del tepore primaverile, ma sento una strana forma di influenza. La testa occupata da pensieri gentili, gli occhi puntati sul cielo azzurro, le orecchie tendenti all'ascolto di musiche brasiliane che mi inebriano di sogni lontani. Questa è una forma virale rara, mi sa...meglio fare degli accertamenti al cuore, così accellerato nel battito, allo stomaco che mi si strizza in uno spasmo inusuale, alle braccia  molli di una stanchezza accomodante, quasi pigra direi...mi devo spaventare? Dove è finita, oggi, la spasmodica attesa del niente che accade, dove sono i pensieri cupi a tratti malinconici delle mie giornate più uggiose di quelle di Battisti nella nebbia, dove è finita la ricerca dell'appagante sensazione di vivere utilmente senza essere utili a chiunque che ne sia degno, dove è il sollievo di una giornata finalmente finita? Dal primo mattino il virus ha  attaccato le mie cellule e mi ha fatto cantare in macchina e mi ha fatto mangiare così tanti dolci da stupire le mie papille gustative  non avvezze a simili godurie e mi ha fatto gioire della gente intorno che ho sentito ridere con me, che mi sono riascoltata ridere...e la voce era bella e ho tanta voglia di riascoltarla ancora e ancora...non mi farò curare, credo. Non fino a quando conoscerò la natura della  malattia di cui sto soffrendo.

lunedì 5 marzo 2012

Sale

Il sale. Quell'ingrediente che se messo troppo nelle pietanze rende il cibo immangiabile, credo che sia al contrario indispensabile metterne e trovarne esageratamente nella vita. Una vita salata, che fa bere di incontri, coincidenze, amori possibili e impossibili, notti fugaci di corpi che non si conoscono o la lenta armonia di carezze leggere sui capelli di chi  cammina insieme...e poi granelli bianchi di canzoni improvvisate per strada con amici improvvisati quando non riesci proprio a trovare la voglia di rientrare a casa e urli alla luna con la voce strozzata da note non prese e sbandi per le tante risate...il sale che ti fa commuovere per una scena innocua, ma c'è quell'odore lì e quello sguardo e quel modo di muoversi che ti ricorda chi il sale te lo ha temporaneamente tolto ma a te è sembrato un tempo infinito. E poi le distese bianche del sale dei viaggi in treno, quando lo sguardo incontra il paesaggio dal finestrino, ed è così uguale perchè il pensiero vede solo quello che hai dentro e che hai vissuto prima... e quando meno te lo aspetteresti, quel bianco si colora del verde e del rosa delle colline e del grigio delle zone di periferia che attraversi, prendendo al volo una lacrima di pena per quel cane che hai visto legato ad una grata con una corda troppo corta.  Il sale buttato dietro alle spalle accompagna nel salto coloro che non ti hanno lasciato niente perchè sono rimasti accanto a te paralleli alla tua anima e non vi sono entrati per cambiarla nel bene o nel male ... una vita salata ti fa richiedere di dissetare la tua voglia di vivere con tutto quello che ti capita mentre sorridi e ti allontani dallo scempio dei mediocri e dall'apatia dei perdenti.  

lunedì 13 febbraio 2012

sorpensione.

La mia tentazione più grande ogni mattina sarebbe quella di restarmene a letto. Il desiderio della maggior parte delle persone direte voi...in realtà intendo un'altra cosa. Restare a letto per sfuggire dal mondo, ecco. Restare in quel nido caldo per non avere di che fare, di che parlare, di che spiegare, di che preoccuparmi per il cibo o per il vestire. Di che interagire con chi non voglio ascoltare, con chi non mi interessa ascoltare e con chi vorrei tanto che mi capisse ma non vuole farlo . Che bello. Chiudere gli occhi e dormire, finestre chiuse e quella sottilissima luce che attraversa le persiane e scalda i vetri. Ripassarmi i sogni appena fatti o rivisitare quelli più antichi, magari per cambiarne il finale, se non è andato proprio a mio favore. Ogni tanto allungare le gambe e le braccia, tanto per non ritrovarmi anchilosata nel caso, un giorno, decidessi di mettere il naso fuori dalle coperte. Avere il privilegio di non rispondere ad eventuali messaggi o sorridere se squilla il telefono e fare finta di niente, perchè tanto, qualunque cosa sia successa fuori, io non ci potrei fare niente. Mi pare ci sia un detto che dice - Delle cose di cui non ci puoi fare niente è inutile preoccuparsene.- Lo prenderei alla lettera e potrei anche divertirmi ad indovinare chi potrebbe essere e darmi un premio nel caso indovinassi, che ne so, aprire gli occhi e contare i ragni sulla parete di fronte o sul soffitto. Si, lo potrei fare se fossi sola e i miei familiari non si dovessero preoccupare per me...  ma io direi loro - Lasciatemi godere del mio dono. Il dono della sospensione dalla vita. Solo per un pò. Tanto Io sarei sempre Io e il mondo sarebbe sempre lo stesso. Poi lo recupererò nelle cose essenziali, che adesso mi sfuggono. Lasciatemi qui. Non voglio ascoltare, non voglio parlare, non voglio mangiare, non voglio vestirmi. Credo nel destino....se qualcosa di bello mi dovrà accadere, accadrà quando deciderò di aprire quelle finestre e lascerò che il sole scaldi di nuovo la mia pelle.-

sabato 11 febbraio 2012

Oggi


La torta sta spandendo il suo aroma già dal forno dove sta cuocendo. Cioccolato fuso all'interno e sopra metteremo una glassa luccicante...non è la solita ricetta ma siamo fiduciosi. D'altronde se devo cambiare, si può cominciare anche dalla torta. Il cellulare ha squillato più volte oggi. Gente che va e persone che invece restano. Come tutto. E' forte l'amarezza per chi avresti voluto vicino ma non c'è, per motivi che vanno dal voler non esserci al credere che sia meglio non esserci, a chi non è gli stato possibile esserci per ragioni indipendenti dalla sua volontà. Io sono qui, pronta ad accogliere nel mio mondo chi mi crede incondizionatamente ( almeno in buona parte ) e cerca di capire le mie ragioni, chi non mi esclude con la più brutta e vigliacca delle scuse, cioè che sia meglio per me stargli lontano e per chi mi mette di buon umore e mi regala momenti di gioia. Difficile restare indifferenti e chiudere la saracinesca della mente verso chi sai che vede altro di te, una immagine che non ti rispecchia e che invece vorresti si accorgesse della tua vera natura...una delle  sensazioni  più sconfortanti dei miei primi ..?.. anni, che non vorrei provare mai più!
E nel giorno del mio compleanno sarebbe il regalo più grande...  che mi si consentisse di riaprire quelle porte che sembrano inspiegabilmente chiuse.
La torta è pronta...ne volete una fetta?

lunedì 23 gennaio 2012

Ricordi

Ci fu regalata questa Lambretta DL 125 bianca, un pò vecchiotta, ma per due adolescenti come eravamo noi ci sembrò di avere svoltato. Scorrazzavamo per il paese, io stretta al mio primo amore, colui che sarebbe diventato mio marito, lui fiero che zighettava tra le macchine, orgoglioso di avere finalmente un "valido" mezzo di locomozione per passare il tempo e per permettergli di scovare angoli appartati, un pò fuori dal centro per spupazzarsi la fidanzatina. Il problema di quella Lambretta non era solo che ogni due per tre  fosse presa da una specie di attacco di tisi, fino a che esalava quello che sembrava essere l'ultimo respiro, per poi non dare più segni di vita se non dopo innumerevoli smadonnamenti e tentativi di rianimarla, no...il problema era che faceva così tanto rumore, che , tutti i randagi della zona, e pure quelli con regolari padroni a cui riuscivano a sfuggire, tanto era l'istinto animale, cominciavano a rincorrerci ululando imbestialiti, ringhiando a mò di belve inferocite verso quella che doveva apparire come un mostro di nonsisabenecherazzamacheminaval'orgogliodicanesenonl'avesseromorsicatoefattoabrandelli! Fatto sta che oramai al nostro passaggio il paese si fermava per assistere a quello che doveva sembrare uno spettacolo da circo itinerante per di più a gratiss: le casalinghe impegnate nello spolvero delle camere, si mettevano a braccia incrociate sui davanzali, il traffico di bloccava incurante degli ignari vigile che fischiavano impazziti dal sopravvenuto ed inspiegabile ingorgo, i negozianti ancora coi spicci  in mano facevano capolino sulla strada lasciando le acquirenti con la mano anchilosata in attesa del loro resto...a ciò si aggiungeva il fatto che le fauci dei cani, quando ci raggiungevano, arrivavano, nemmeno a farlo apposta, proprio a livello dei miei polpacci, per cui per tutto il tempo che uscivamo con quella specie di  motociclo io dovevo viaggiare con le gambe in alto, tese come due pali di legno, tanto che quando scendevo potevo benissimo far concorrenza alle contorsioniste di professione!!! Non vi dico le urla mie e le risate di chi ci vedeva passare! A qualcuno venne in mente di scommettere su quale cane mi avrebbe azzannato per primo ma io non ero per nulla contenta della cosa e oramai mi ero convertita all'uso di gambali protettivi in attesa che qualche anima buona inventasse dei paranchi da applicare alla famigerata di modo che le mie povere gambe potessero almeno avere un solido se pur precario sostegno! Che vita Renato...

domenica 22 gennaio 2012

Racconto breve seconda parte. Tu che non mi vuoi, ma che ti lasci cercare

Se non ce la faccio ad addormentarmi subito, mi piace gustarmi la scena.

Siamo ancora vicini, nel buio della macchina. Il posto non sempre è quello giusto, ma sempre uguale, poco illuminato, la luce dei fari delle macchine che passano lontane, arriva sfuocata fino a noi. Questa volta le mie mani sono strette l'una all'altra, non sfiorano le tue gambe; la mia testa è eretta, per niente protesa a chiedere un bacio, guardo avanti, non cerco i tuoi occhi, quegli occhi così indifferenti, così lontani, così sprezzanti, quando ti incontravo, un pugno nello stomaco, in mezzo alla gente. Hai perso quell'aria di sfida, la tua testa è inclinata in avanti, si piega sempre più sotto il peso delle mie parole, che bello! Il mio discorso è fluido, regolare, la voce non trema, mi sto liberando di tutto ciò che per anni ha occupato i miei pensieri, senza poter dire, senza poter spiegare, senza poter chiedere. Il suono delle mie parole è limpido, non assomiglia più ad un pianto  / il suono petulante di un lamento/.  Alla fine la mente si svuota dalle parole compresse per un tempo che mi è parso infinito. 

Ora le parole tacciono, anzi no, ancora le ultime per chiederti di riportarmi alla mia macchina _ Dove è che l'abbiamo lasciata?_ E poi io che scendo senza voltarmi, senza la solita implorazione, senza quel senso di impotenza che da sempre mi ha accompagnato nel salutarti.
Ti vedo osservarmi mentre mi allontano/ triste/ incredulo/ finalmente sconfitto da ciò che eri, da ciò che sei, credo, ancora adesso. Forse ricercavi nei miei occhi la luce che un tempo/ si rivolgeva ai tuoi/ con la richiesta silenziosa di chi sa di non poter avere quello che desidera/ se non dopo una lunga agonia?

O la cerchi, quella luce per confermarti che ancora sei presente nei miei pensieri? Non lo sei, il vuoto   fa il padrone, adesso, nel mio cuore.

giovedì 19 gennaio 2012

AMEBE

IMPELLICCIATE, GALLINE ANCHELEGGIANTI, PANTERONE FUORI TEMPO E FUORI LUOGO , PETTEGOLE RACCHIE E PETTEGOLE IGNORANTI, OPPORTUNISTE E RUFFIANE, VECCHIE GIOVALINISTICHE, VECCHIE ARRAPATE, SENTENZIATRICI DI GIUDIZI, FASHION VICTIM AMMICCANTI, TRISTI IMPIEGATE, GATTE MORTE SENZA GATTA, CERVELLINI AMMUFFITI, SUPERBE CEL'HOSOLOIO, AUTOCELEBRANTISI BELLE E BRAVE, IPOCRITE INDICATRICI DI PECCATI, SANTE PIE DONNE, MANTENUTE NULLAFACENTI, RIFATTE BOCCONE, TRUFFATRICI AMICALI.

E CHI CI CASCA ? ...................................
PS. Ameba: organismo unicellulare di forma variabile i cui esemplari vivono per gran parte del tempo come individui isolati, ma che in determinate occasioni - e in particolare quando l'ambiente in cui vivono inizia a scarseggiare dei batteri che predano - si "consorziano" con molti altri loro simili per formare corpi fruttiferi multicellulari e completare il proprio ciclo di vita.

Quando, richiamate dalle sostanze chimiche rilasciate dalle loro simili, le amebe raggiungono una "massa critica" (all'incirca 10.000 amebe), si tengono coese e iniziano a strisciare verso la luce e il calore per fermarsi infine in un punto dove luce, calore e flusso di acqua sono ottimali per la successiva dispersione delle spore.  ..............................ohi ohi ohi..............................................

lunedì 16 gennaio 2012

Sai quando.

Sai quando ti prepari con cura, gli angoli della bocca sollevati in un timido sorriso pregustando il momento che ti aspetta...
Sai quando le ore non passano mai e poi tutto ad un tratto arriva il momento...
Sai quando prendi un treno diretta verso un sogno e le viscere ti si attorcigliano per la tensione...
Sai quando vorresti tornare indietro e rimpiangere il tuo conosciuto e  sicuro giaciglio...
Sai quando sembra che tutto possa essere diverso da come hai immaginato che sia...
Sai quando ti rendi conto che lo è, diverso, o sempre uguale a tutti i momenti come questo...
Sai quando le aspettative si abbassano inerosabilmente e pensi ma tanto chi me lo fa fare...
Sai quando i tuoi giorni riprendono con il ritmo di sempre...
Sai quando non hai quasi più la voglia di prendere un treno diretto verso un sogno.
Sai che è quando la tua vita sta prendendo una direzione diversa e solo i giorni che scorreranno ti potranno dire se è quella che dovrai accettare con rassegnazione o con la volontà di cambiarla ancora una volta.

lunedì 9 gennaio 2012

La Metamorphosi di Narciso



Porsi di fronte ad un quadro e restarne rapiti. Porsi di fronte ad un quadro e non riuscire a staccare gli occhi dagli elementi che lo compongono. Porsi di fronte ad un quadro di una mostra in una città lontana e ritrovarsi con gli occhi lucidi dall'emozione...Eppure non è un bel quadro, angosciante, cupo e visionario come quasi tutti i quadri di Dalì. Ma c'e il cane là, che divora una carcassa putrida e lo sguardo cade sulle costole della magrezza e sulle zanne voraci...e la mano divorata dalle formiche che si incuneano nella pelle, mentre le dita sollevano un uovo, simbolo della rinascita da cui esce una stella alpina, quel fiore così forte e fiero e insieme delicato e puro...e Narciso inginocchiato sulla riva del lago, consapevole dell'inutilità della sua bellezza effimera  di fronte alla vanità delle cose e agli eventi casuali... questo vedevo mentre con la mente ripercorrevo gli ultimi eventi che hanno sommerso la mia vita. Un colpo al cuore le formiche che sgretolano la mano, scavando gallerie distruttive che solo quelle della loro specie sanno fare. E lo schifo di quella bestia vorace che si nutre di cadaveri come non ricordarmi della patologia delle calunnie a cui si attaccano le persone prive di anima per giustificare la loro pochezza andandola a ricercare in ignare vittime...quel Narciso stanco, spossato e addolorato che niente ha più della fierezza originaria, ma domina ancora protagonista la scena . E poi le lacrime scendono quando lo sguardo si posa sul piccolo fiore , così minuto eppure già dischiuso e presente, vivo nonostante riveda la luce in un mondo malato. Un'ora così, a guardare un quadro potrebbe sembrare un tempo così lungo da apparire sprecato. Eppure quando una voce mi ha chiamato per continuare finalmente il giro, ho pensato sorridendo a quanti, in un paese vicino a me, tra persone lontane da me , stanno /loro/  veramente  sprecando il /loro/ tempo e il /loro/ essere. 

martedì 3 gennaio 2012

Racconto breve.

Singolare come scegli un libro chiuso sapendo che lì dentro troverai un pò di te stessa. Lo afferri tra i tanti sullo scaffale e lo annusi...poi sfiori la copertina e fai scorrere velocemente le pagine fra il pollice e l'ndice e le parole corrono come quei disegni animati dei vecchi cartoons. E una  pagina si ferma su un passo così vicino ai tuoi ricordi e leggi - ...e tu mi hai guardato andare via con un fiacco sorriso. Qualsiasi ricordo che si colleghi a un possibile seguito ulcera la mia piaga... La polpa serica della tua pelle mi sfiora. Fare l'amore dopo quella tempesta è stata una lezione, hai detto? Per chi di noi due? Folgorazione diffusa. Sei diventato il mio amore chimerico. - 
Immedesimazione scontata quando anche a te si è chiusa una porta alle spalle prima ancora che avessi sceso le prime scale, la sensazione amara di essere stata usata. E nei giorni a venire le prove che quello che cercavi, l'abbraccio sincero di chi poteva percorrere con te un pezzettino di vita perchè l'avevi scelto per i suoi occhi, il suo sorriso e la sua voce, dissolversi attraverso superficiali e ripetute manifestazioni di non interesse per te  ma solo per un momento uguale a tanti altri, per lui. Peccato. Io ho tanto da offrire per chi ancora rispetta le persone e sa cogliere la ricchezza della loro anima. Neanche un amore chimerico volevo. Solo la condivisione delle mie fragilità.

lunedì 2 gennaio 2012

Per ogni


per ogni sacco di pellet che mi sono caricata su per le scale.
per ogni bicchiere che ho rotto dalle mani sbadate.
per ogni cibo che ho buttato perchè andato a male.
per ogni ora che ho guardato di notte..
per ogni uomo che mi ha giudicata secondo il suo metro.
per ogni persona che mi ha guardato con commiserazione.
per ogni lettera che ho dovuto lasciare nella cassetta.
per ogni vestito che ho dovuto indossare senza giudizio.
per ogni difesa che ho perso perdendomi.
per ogni volta che un estraneo violerà la mia casa.
per ogni volta che ho dovuto smorzare la rabbia.
per ogni volta che ho dovuto giustificare le mie azioni.
per ogni volta che ho dovuto mantenermi dall'infliggere le sacrosante ingiure.
per ogni volta che ho dovuto maledire la mia natura non violenta.
qualcosa accadrà
e saprà ripagarmi
Per ogni volta che salterò nel vuoto...
Per ogni volta che sentirò l'aria nei polmoni...
Per ogni volta che riconoscerò le persone ignobili...
Per ogni volta che troverò la risposta affilata...
Per ogni volta che la strada mi porterà da lui...
Per ogni volta che il rancore lascerà il posto alla leggerezza...
Per ogni volta che saprò riconoscere chi non mi offende nel mio essere perchè non mi conosce...
Per ogni volta che un abbraccio mi farà sentire accolta..
Per ogni volta che uno sguardo saprà accarezzarmi come nessuno prima.

domenica 1 gennaio 2012

Nel letto.

Impoltrita, dopo una notte di veglia, il vassoio della colazione abbandonato sul letto, la tv spenta...la luce filtra tra i rami degli alberi e mi dico- Che ci faccio ancora qui? Fra racconti che non vuoi sentire e quelli che ti devi inventare...le cose non cambiano da un giorno all'altro solo perchè un nuovo anno è iniziato... rimbalzano le foto dei conoscenti ignari o forse no insieme a chi non vuoi vedere, così allegro nel volto ma che speri non nel  cuore, che vuoi corroso dal rimpianto e dai ricordi così che possa far male e infetti con la sua disperazione quelli che credono di avere vinto.... Le ore scorrono come sempre lente quando  vuoi che scorrano inutili e vuote.  Qualcuno mi dica una bugia vera così che il mio tempo ritorni alla pienezza che credevo di aver ritrovato.