Porto Ercole

Porto Ercole

giovedì 15 marzo 2012

Influenza

Sarà l'influenza del tepore primaverile, ma sento una strana forma di influenza. La testa occupata da pensieri gentili, gli occhi puntati sul cielo azzurro, le orecchie tendenti all'ascolto di musiche brasiliane che mi inebriano di sogni lontani. Questa è una forma virale rara, mi sa...meglio fare degli accertamenti al cuore, così accellerato nel battito, allo stomaco che mi si strizza in uno spasmo inusuale, alle braccia  molli di una stanchezza accomodante, quasi pigra direi...mi devo spaventare? Dove è finita, oggi, la spasmodica attesa del niente che accade, dove sono i pensieri cupi a tratti malinconici delle mie giornate più uggiose di quelle di Battisti nella nebbia, dove è finita la ricerca dell'appagante sensazione di vivere utilmente senza essere utili a chiunque che ne sia degno, dove è il sollievo di una giornata finalmente finita? Dal primo mattino il virus ha  attaccato le mie cellule e mi ha fatto cantare in macchina e mi ha fatto mangiare così tanti dolci da stupire le mie papille gustative  non avvezze a simili godurie e mi ha fatto gioire della gente intorno che ho sentito ridere con me, che mi sono riascoltata ridere...e la voce era bella e ho tanta voglia di riascoltarla ancora e ancora...non mi farò curare, credo. Non fino a quando conoscerò la natura della  malattia di cui sto soffrendo.

lunedì 5 marzo 2012

Sale

Il sale. Quell'ingrediente che se messo troppo nelle pietanze rende il cibo immangiabile, credo che sia al contrario indispensabile metterne e trovarne esageratamente nella vita. Una vita salata, che fa bere di incontri, coincidenze, amori possibili e impossibili, notti fugaci di corpi che non si conoscono o la lenta armonia di carezze leggere sui capelli di chi  cammina insieme...e poi granelli bianchi di canzoni improvvisate per strada con amici improvvisati quando non riesci proprio a trovare la voglia di rientrare a casa e urli alla luna con la voce strozzata da note non prese e sbandi per le tante risate...il sale che ti fa commuovere per una scena innocua, ma c'è quell'odore lì e quello sguardo e quel modo di muoversi che ti ricorda chi il sale te lo ha temporaneamente tolto ma a te è sembrato un tempo infinito. E poi le distese bianche del sale dei viaggi in treno, quando lo sguardo incontra il paesaggio dal finestrino, ed è così uguale perchè il pensiero vede solo quello che hai dentro e che hai vissuto prima... e quando meno te lo aspetteresti, quel bianco si colora del verde e del rosa delle colline e del grigio delle zone di periferia che attraversi, prendendo al volo una lacrima di pena per quel cane che hai visto legato ad una grata con una corda troppo corta.  Il sale buttato dietro alle spalle accompagna nel salto coloro che non ti hanno lasciato niente perchè sono rimasti accanto a te paralleli alla tua anima e non vi sono entrati per cambiarla nel bene o nel male ... una vita salata ti fa richiedere di dissetare la tua voglia di vivere con tutto quello che ti capita mentre sorridi e ti allontani dallo scempio dei mediocri e dall'apatia dei perdenti.