Porto Ercole

Porto Ercole

lunedì 9 novembre 2015

Occhi

Gli occhi specchio dell' anima. E' vera questa frase che sentiamo ripetere spesso?  Sono certa che gli occhi qualcosa rivelano. La scienza ci dice che le pupille si dilatano se osserviamo qualcosa che ci piace o ci terrorizza. Oppure si restringono, quando siamo concentrati o dubbiosi. So che i miei occhi cambiano espressione a seconda che mi trovi di fronte ad una persona che mi piace o al contrario, che mi è indifferente.  Ma non è solo questione di modifica del taglio. Sento che i miei occhi cambiano secondo quello che voglio esprimere. Spesso mi sono ritrovata a cercare di non mostrare particolare interesse, sforzandomi di non cambiare espressione. Di non far capire che la persona che mi sta di fronte mi suscita ancora emozioni. Il mio tentativo di rimanere con gli occhi freddi lo rivela soprattutto il mio modo di parlare in quel momento.  In genere sono una persona vivace ed allegra, modo di essere che esprimo anche attraverso il tono di voce e con il sorriso. Ma quando i miei occhi devono restare in espressivi,  sento che il tono della mia voce diventa cupo, privo di tonalità,  monocorde. Come se attraverso la voce, non dovessero materializzarsi anche i miei veri pensieri e con quelli i miei veri occhi, con la languidezza e la malinconia che solo gli occhi sanno esprimere. Poi, una volta sola, cedo. E sento i miei occhi ripercorrere il momento in cui avrei voluto abbandonarmi al cuore. 

giovedì 22 ottobre 2015

La bicicletta.

Sono soltanto oggetti gli oggetti?  Possiamo davvero considerare senza vita tutti gli oggetti che  ci circondano? E come mai a volte siamo così affezionati ad un oggetto al punto di disperarci se lo perdiamo o si rompe? Perché non tutti gli oggetti che entrano nella sfera della nostra esistenza sono uguali. Ad alcuni l' anima gliela diamo noi. Quante volte ho sentito chiamare per nome un' automobile o ricorrere ad espressioni vezzeggiative nei confronti di un vecchio maglione, un amuleto, un cuscino... sono questi gli oggetti che ci ricordano momenti importanti della nostra vita o a cui attribuiamo poteri speciali a cui affidarci se vogliamo una buona sorte. Ci sono infine oggetti che diventano parte del nostro modo di essere. La bicicletta,  per esempio. Le biciclette che ho avuto negli anni hanno segnato il periodi della mia esistenza in modo significativo. Quando, da ragazzina, respiravo l' aria profumata di pitosfero, in quelle assolate giornate d' estate, sfrecciando sulla mia Graziella di colore bianco, gridando la mia gioia di vivere insieme alle canzoni di Baglioni, mi sentivo invincibile!  O quando finalmente ho comprato la bicicletta dei miei sogni, rossa, con le ruote grandi, ero nel periodo in cui le mie gambe servivano a poco e salire sulla mia " piccola" significava ritrovare il gusto del movimento. Quando poi me l' hanno rubata, progressivamente se ne sono andate anche le mie energie, insieme alle forze Sicché, adesso che sto affrontando grandi cambiamenti logistici e personali, avevo affidato questa svolta ad una bicicletta vecchia, di poco valore, ma che appena ho visto con il suo coprisellino a fiorellini colorati, ho sentito subito mia! Un colpo di fulmine per un oggetto di cui andavo già orgogliosa perché mi avrebbe permesso di segnare una nuova conquista del mio cammino. L' ho sentita Mia per questo e non  per il valore monetario irrisorio con cui ne sono entrata in possesso. Ma tant'è,  quando non si conosce bene una persona o non la si vuole conoscere fino in fondo,  si commettono azioni superficiali  e non si pensa alle conseguenze di queste azioni. Quella che sentivo MiA, una volta utilizzata impropriamente da altri, ha perso tutto il valore che le avevo attribuito, ha perso l' anima e così è diventato un mero oggetto senza significato.  Utile solo per spostarsi da una parte all' altra...non credo che ora, salendo ci, ritroverò la gioia e la spensieratezza che le biciclette mi hanno sempre  dato.

lunedì 19 ottobre 2015

Vuoto.

Che cosa è il  vuoto lo avverto adesso. Le stanze rimbombano di vuoto. Sentivi la pallina rotolare sul pavimento e si colmava il vuoto.  Sentivi il caldo soffice ronfare vicino o la zampette sui capelli nel tentativo di svegliarti e si colmava il vuoto . Se un piccolo animale possiede il potere di colmare i vuoti della vita, pensi, cosa potrebbe fare un persona.  Dipende. Ci sono  persone che colmano i vuoti anche senza fare nulla.  Le vedi, prendi un bel respiro e ti senti invadere dalla pienezza del loro essere. Ti sorridono e già sei contenta. Se ti parlano avvertì che continuando a parlare con loro, la tua vita  potrebbe prendere una piega inaspettata,  inusuale ma sempre ricca e appagante. Le  ho conosciute persone così è sono rare e sono preziose. Poi ci sono gli altri. Per quanto puoi frequentarli cercando di strappare loro una parte di quello che sono per tappare un pezzetto del tuo cuore, senti che è troppo piccola e puoi anche cercare di tirarla per tentare di coprirlo alla meno peggio, quel cuore vuoto, ma il più delle volte si strappa e non ti resta altro di coprirti con le tue braccia per evitare che vada perduto. Perché la parte di quello che danno di loro te la devi sudare e poi, quando finalmente ti è concesso di scoprirla, vedi che contiene ben poco per te e per la tua vita. Chi è pieno da dare si spende. Chi è arido, accumula per se stesso e per quanto ci credi che ti stai sbagliando, lo senti dal vuoto in cui ti ritrovi non appena ti allontani dal loro egoismo. Gli animali sono diversi. Non ci sono categorie.  Tutti danno quello che possono darti rispetto alla loro natura e basta uno sguardo per capire che ti amano. E poi  succede che ti lasciano, ma il vuoto che resta è colmo dell' amore e della gioia che ti hanno donato incondizionatamente. E se pure per un po ' resta dentro di te, sai che quel vuoto, con il tempo, si colmera' della loro essenza .

martedì 1 settembre 2015

Comincia settembre

Più che dicembre,  è settembre il mese che, secondo me, apre un nuovo anno. Lo chiamo il mese dei " ricomincio". O meglio del ri_ nnovato cominciare. Questo anno mi attendono svariate cose da cominciare.  La nuova casa e con lei una nuova vita, una città in cui farmi spazio, un paese da cui togliere le radici secche. E anche non cose: persone da cominciare a conoscere, altre da dimenticare; persone con le quali sarà bello cominciare a ridere ed altre che mi lascerò alle spalle senza che abbia più la volontà di voltarmi. Ce ne sono state in  passato e ce ne saranno anche in questo. Questo settembre però,  rispetto ai passati, è diverso per la consapevolezza con cui affrontero' il difficile compito di non farmi scalfire dalle picconate delle vicissitudini. La consapevolezza che quello che cerco è così chiaro e semplice da non potermi distrarre con chimere di salti nel buio e promesse di eterna felicità. Un pizzico di sorprese, la sensazione di essere accolta con piacere dagli amici, le gioie della famiglia e, perché no, la  sensazione di un sentimento ricambiato. Quella che ti fa alzare gli angoli della bocca e stringere gli occhi per il ricordo recente del benessere che ti ha regalato. Non è troppo? No, è appena iniziato un nuovo settembre, ho un intero anno che mi attende.

mercoledì 22 luglio 2015

Uno sguardo su Portorico.

Sono a Portorico da poco più di dieci giorni. Sarebbe pretenzioso pensare di conoscere un paese e il suo popolo dopo così poco tempo.  Ma già se ne  possono percepire l' atmosfera, se  ne possono cogliere le  emozioni che trasmette e avvertirne  le sensazioni a pelle. Posso affermare senza ombra di dubbio che relativamente a questi ultimi aspetti, il popolo portoricano trasuda di sabor, di allegria, di gioia di vivere. Quella gioia di vivere che ti accompagna con i ritmi della salsa in ogni ora del giorno e della notte. Per strada, nei locali, nei negozi, sulla spiaggia. Quando in Italia gli appassionati della salsa affermano che hanno fatto di questa  musica " Il loro stile di vita" non credo che si rendano conto del vero significato di questa espressione.  Per i portoricani la salsa non è uno stile che puoi o non puoi indossare. È il loro modo di essere. E' il sorriso che ti rivolgono quando li incroci per strada. E' il calore con cui ti salutano, anche se non ti conoscono. E' la curiosa abitudine di portarsi in spalla le seggioline pieghevoli, in occasione delle numerose feste patronali, che richiamano centinaia di persone nelle piazze. È nel modo di giocare dei bambini sulla spiaggia, che senza secchiello e palette, si divertono comunque, correndo verso il mare e tuffandosi nelle onde senza paura o costruendo grandi castelli di sabbia.È nella gentilezza di farti attraversare la strada, dandoti la precedenza con pazienza. È nel modo conviviale di mangiare, sempre con la musica di sottofondo e la cerveza pronta sul tavolo . È nel loro modo di ballare, semplice e nello stesso tempo armonioso. È nel rispetto per la bellezza della natura,  per il decoro con cui mantengono la vecchia San Juan, una delle più belle città fra quelle che ho visitato. Insomma,  la salsa qui rispecchia pienamente una vita che i portoricani godono pienamente, con la sinestesia di tutti i sensi e varrebbe la pena, qualche volta, abbandonarsi alla leggerezza del loro vivere.

venerdì 10 luglio 2015

Partenza.

 Sono arrivata al punto che la voglia di fare cose era di gran lunga inferiore ai ricordi delle cose fatte. Stavo rischiando di rimanere sepolta dai ricordi. Vecchi. Vecchi ricordi intendo. Perché invece quelli di ieri, di due giorni fa, diciamo pure di un mese fa, sono ricordi ancora stimolanti, quelli che ti fanno venire voglia di riprovarci subito. Quelli vecchi soffocano, ti letargizzano, a volte anestetizzano. Così parto. All' avventura, in un posto lontano. :- Potevi andare più semplicemente, che ne so, in una bella e ridente cittadina di montagna, visto che al mare ci abiti? O ad un concerto nostrano, un cinematografo all' aperto, lo scialle sulle spalle e la luce noiosa delle abitazioni vicine che crea strane ombre sui visi degli attori? Con in sottofondo la voce di Frizzi, che tra una battuta e l' altra ci chiede se e' vero che gli italiani sono ancora mammoni e le fidanzate gelose delle suocere? No eh? - Il torpore si  sconfigge con le scosse.. Con le paure, con l' ansia, l' adrenalina...ci sono ancora nella mente e stanno affiorano man mano che si avvicina il giorno della partenza. Sono vive e premono, spingono con forza i ricordi passati per fare strada a quelli,  nuovi, con i quali mi cullero', beata,  almeno per un po'.

martedì 19 maggio 2015

Come è bella giovinezza che si fugge tuttavia.

Che nome strano. Pitosfero. L'ho sempre chiamato così.  In realtà mi viene più facile che chiamarla Pitosforo, come si dovrebbe. Il nome scientifico neanche provarci. Pittosforum...sarà perché è una pianta originaria delle isole del Pacifico che ha questo profumo così inebriante. Ogni nuova estate che percorro la Giannella con il finestrino della macchina aperto, mi arrivano folate del suo profumo, fin dentro le narici. Mi sembra di farci il bagno, tanto mi inonda. Come quando da ragazzina percorrevo quella stessa strada in bicicletta , appena il costume addosso, già ridotto di suo, penso che scomparisse del tutto agli occhi dei guidatori che quasi mi sfioravano sorpassandomi. Ma quando si è così giovani, si è incuranti di tutto, degli sguardi, della malizia, del pudore. Io pedalavo felice e cantavo Baglioni e Battisti e respiravo l' aria calda profumata dalla pianta dai fiori bianchi. Come è bella la Giovinezza. Ti appartiene finché ti basta il profumo di una pianta, l' estate e una corsa in bicicletta. Niente altro. Non c'era ieri, non c' era ancora il domani. C' ero io con il solo desiderio di godermi la fine della scuola con quel rito quotidiano,  la mia corsa fino al mare, la bici buttata sulla rena e un tuffo nell' acqua fresca. E poi ripartivo ancora grondante, felice e ignara della vita. La rivedo ogni volta quella ragazzina, ogni volta sorrido,  prendendola un po' in giro, mentre respiro l' aria profumata della pianta dai fiori bianchi.

sabato 28 febbraio 2015

L' ultimo giorno di Febbraio. Bene. Si rinnova l'aspettativa della bella stagione. La leggera, spensierata, allegra bella stagione. Mi ritrovo appoggiata alla ringhiera ad osservare fuori. Respiro. L'aria ancora fresca mi solleva i pensieri. Aspetto. Che i nuovi giorni mi rinnovino la vita. Che quello che sono stata si  amalgami con quello che diventerò. Ho buone speranze di diventare  altro da come ero. Intanto so cosa voglio per me e chi voglio accanto a me. Voglio una vita semplice, fatta di piccole cose. Piccole ma grandi nella loro essenza. Voglio chi mi comprenda al di là delle circostanze, dei luoghi comuni, delle frasi fatte, delle generalizzazioni. Voglio chi non mi giudichi per poco, ma, se proprio deve, mi condanni per qualcosa di grave. Che cercherò di non raggiungere mai. Respiro. Quello che è stato è andato. Seppellito di consapevolezza ironicamente dolorosa. Sfumato nei contorni già allora confusi, che ritenendoli netti mi confondevano il percorso. Ma tutto serve. Tutto serve nel disegno del destino. Basta dirigerlo attraverso il mio volere. E così Aspetto. Che le linee si uniscano per diventare uno splendido dipinto.  

venerdì 6 febbraio 2015

Richiesta.

Non si possono comandare i sogni. Non si possono comandare   i pensieri. Non si può comandare il desiderio di fugare i dubbi. Non si può comandare alle emozioni contrastanti. Ringrazio il cielo di odiare le armi. Questo non mi impedisce di aver voglia di sparare sulle cazzate che mi si voglion far credere. E ringrazio me stessa di non essere ragionevole e di permettermi di detestare i buoni consigli. Io non mi interesso di come agite e se lo faccio mi umbriacate di argomentazioni faziose e opportuniste. Lasciatemi allora agire nel modo che conosco, che è quello dell'azione e dell'istinto. Mi faccio male ogni volta, ma almeno posso rimproverarmene personalmente. Fate il vostro, che è quello che va bene di volta in volta per voi...e lasciatemi fare il mio, senza voler entrare per forza nel merito di ciò che non sapete di me. 

Mi è utile. Amo il mio egoismo.

Sono utili al mio benessere:
                                      - Un nuovo amico con cui parlare.
- L'ascolto di un brano che mi emoziona.
- Compiacermi delle mie scarpe col tacco.
- La risata spontanea per cose futili.
- L'idea di un viaggio.
- La condivisione con un collega su un modo di pensare. 
- Indossare la parrucca rosa di un'alunna durante l'assemblea di istituto.
- Il bagno che si scalda in attesa di tuffarmi sotto la doccia.
- La scelta dell'abito che indosserò stasera.
- Il saluto veloce  di  un amico chiedeva trova il tempo per farlo.
- Un vezzeggiativo divertente dedicato a me.
- Lo sdegno per una notizia di cronaca.
- Un messaggio di una persona cara che non sentivo da tempo.
- La voglia di rivederla.
- L'atteso tepore del gatto nel letto

 Oggi. Tutto per me e soltanto per me. E' bello l'egoismo...