
domenica 30 maggio 2010
Il mondo non è più quello di una volta.

venerdì 28 maggio 2010
mercoledì 26 maggio 2010
STAMANI MI SONO SVEGLIATA CON LE POESIE DI CARVER
Il momento più bello della giornata
Le luci accese
la fruttiera colma
E il tuo capo sulla mia spalla
Questi sono i momenti più felici della giornata.
Insieme alle prime ore del mattino
naturalmente. E quegli attimi
subito prima di pranzo
E il pomeriggio e
le prime ore della sera
Ma davvero adoro
Ancora di più, mi sa
di quegli altri momenti
Il lavoro quotidiano finito
E nessuno più che ci disturbi, adesso.
Nè mai.
Raymond Carver
Fresche sere d'estate
Le finestre aperteLe luci accese
la fruttiera colma
E il tuo capo sulla mia spalla
Questi sono i momenti più felici della giornata.
Insieme alle prime ore del mattino
naturalmente. E quegli attimi
subito prima di pranzo
E il pomeriggio e
le prime ore della sera
Ma davvero adoro
Ancora di più, mi sa
di quegli altri momenti
Il lavoro quotidiano finito
E nessuno più che ci disturbi, adesso.
Nè mai.
Raymond Carver
domenica 23 maggio 2010
Una giornata da aggiungere ai ricordi dell'anima.

lunedì 17 maggio 2010

L'espressione terrorizzata si osserva in questi bipedi non appena si arriva presso il centro del paese...dove prima c'era il parcheggio e una pur se remota possibilità di trovare posto nel giro di appena un'oretta, adesso si stagliano fieri i gazebo, in una fila che occupa la piazza e le vie in ben due file parallele e in mezzo un oceano di persone che si sbatte da una parte all'altra cercando di seguire la marea, pena contusioni e ammaccamenti per aver cercato di forzare il senso di marcia...Marcia? Direi piuttosto blocchi marmitici di gente che chiacchiera, si saluta, occupa per intrerminabili minuti l'unico passaggio libero fra gli stand, assaltati anche questi da orde di donne trasformate inevitabilmente in gazze pronte a fiondarsi sui bagliori luccicanti della bigiotteria esposta! Purtroppo io sono la regina delle gazze.: non resistoooo!!!! Di fronte a quella distesa di paradisiache offerte di ogni tipo, la frenesia mi prende e non posso fare a meno di girarmeli tutti quei gazebo... con matematica precisione calcolo quale percorso intraprendere per non tralasciarne nessuno ( comincio da quello in fondo o dal primo in cima? Faccio prima il giro di una fila e poi a riscendo dall'altra o procedo a zig zag attraversando il muro di persone nel centro, rischiando di rimanere fissa in un punto ma essendo così sicura di farmeli proprio tutti?) e cercando di non farmi intenerire dall'aria sconsolata del patner provo anelli e orecchini, bracciali e cappelli, pacshmine e borsette...soltanto quando mi accorgo che il mio accompagnatore comincia a dare chiari segni di convulsioni da stress, mi ritiro con un :- E vabè, vuol dire che gireremo i negozi intorno...-tanto per non rischiare di essere accusata di egoismo...mah! D'altronde la coppia è un insieme di compromessi no?
giovedì 13 maggio 2010
Non c'è più limite...apre la bocca e dà sfogo...
Senza parole....se avete voglia leggete...Oggetto: Lettera aperta della scrittrice albanese Elvira Dones
NATA FEMMINA
"Egregio Signor Presidente del Consiglio, le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola gliela devo, perché venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care:"le belle ragazze albanesi". Mentre il premier del mio paese d'origine, Sali Berisha, confermava l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei ha puntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione."
Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate, strozzate, devastate.
A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le toccò piegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del Lazio, della Liguria, e chissà quanti altri. E' solo allora - tre anni più tardi - che le incisero la sua professione sulla pancia: così, per gioco o per sfizio.
Ai tempi era una bella ragazza, sì. Oggi è solo un rifiuto della società, non si innamorerà mai più, non diventerà mai madre e nonna. Quel puttana sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell'uomo, il massacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero.
Sulle "belle ragazze" scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con il titolo Sole bruciato. Anni più tardi girai un documentario per la tivù svizzera: andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava Brunilda, suo padre mi aveva pregato in lacrime di indagare su di lei. Era un padre come tanti altri padri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi. Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta che sua figlia sia morta per sempre, affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia. Lui continua a sperare, sogna il miracolo.
E' una storia lunga, Presidente... Ma se sapessi di poter contare sulla sua attenzione, le invierei una copia del mio libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con lei. Ma l'avviso, signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio.In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie queste poche righe gliele dovevo. In questi vent'anni di difficile transizione l'Albania s'è inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stesse mani, ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di poter finalmente camminare a spalle dritte e testa alta. L'Albania non ha più pazienza né comprensione per le umiliazioni gratuite. Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale per battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da guadagnarci.Questa "battuta" mi sembra sia passata sottotono in questi giorni in cui infuria la polemica Bertolaso , ma si lega profondamente al pensiero e alle azioni di uomini come Berlusconi e company, pensieri e azioni in cui il rispetto per le donne é messo sotto i piedi ogni giorno, azioni che non sono meno criminali di quelli che sfruttano le ragazze albanesi, sono solo camuffate sotto gesti galanti o regali costosi mi vergogno profondamente e chiedo scusa anch'io a tutte le donne albanesi
Merid Elvira Dones
martedì 11 maggio 2010
Guerra e amore
"In guerra e in amore tutto è lecito". Così recita un vecchio detto, che probabilmente è nato per tutti quelli che pensano che i rapporti amorosi siano un campo di battaglia in cui sperimentare diverse strategie come appunto in guerra. Come ci dice Maria Giaele Infantino, nel suo libro "La seduzione-l'arte dell'incantamento", la più comune applicazione di tale convincimento è la famosa frase :- In amor vince chi fugge.- Il proverbio potrebbe valere nel momento in cui una persona trova resistenze nell'altro e, per spronarlo, "fugge", ossia gli fa sentire la propria mancanza, in modo che il desiderio venga rinnovato attraverso l'assenza di ciò che prima veniva dato per scontato. Forse tale comportamento da parte di chi fugge potrebbe anche portare ad una temporanea vittoria: temporanea, appunto, in quanto la mancanza dell'altro non sempre è attribuibile alla presa di coscienza dei propri sentimenti e di solito succede che dopo un primo momento si viene di nuovo buttati dall'amato, come un bambino che desidera il giocattolo del compagno, per poi buttarlo da una parte non appena posseduto. In realtà l'uso di strategie in amore non è sempre vincente anzi, può innescare meccanismi psicologici che minano lo stesso rapporto con l'oggetto del desiderio, in quanto mettono in atto comportamenti deleteri che finiscono per rovinare tutto. Io preferisco richiamarmi ad una citazione di Sun Tzu, generale cinese taoista vissuto nel VI secolo a.c., che così recita: "Se tu conosci l'avversario e conosci te stesso, non occorre che tu abbia paura del risultato di cento battaglie.
Se conosci te stesso ma non l'avversario, per ogni vittoria ottenuta soffrirai anche una sconfitta.
Se non conosci né te stesso né l'avversario, soccomberai a ogni battaglia."
Ne deduco che è inutile struggersi e inventarsi mille strategie per rincorrere un rapporto appagante: la fiducia nell'altro e la consapevolezza di quello che veramente vogliamo per noi stessi è forse l'unico modo per vivere con tranquillità la nostra vita.
venerdì 7 maggio 2010
Scosciamenti

martedì 4 maggio 2010
Provare per capire

Porto S. Stefano. Dovendo necessariamente di persona compiere un servizio, cerco posto per parcheggiare possibilmente vicino a dove mi devo recare. Nella via ci sono due posti riservati a....due automobilisti che lasciando i fari lampeggianti, si sono riservati loro il posto, occupando abusivamente ( e non credo per pochi minuti, visto che dopo aver fatto altri 5 giri di paese erano ancora irrimediabilmente lì) quello che dovrebbe essere il diritto alla vita quasi normale delle persone handicappate se, come me, hanno bisogno di poter lasciare la macchina in prossimità o della loro abitazione, o della posta, dei negozi o, perchè no, di un bar o di un parrucchiere... dunque, morale della favola...cerchiamo di non parlare di cose di cui conosciamo poco e niente e soprattutto non fingiamo di immedesimarci nei problemi altrui...se non li abbiamo vissuti in prima persona!
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