Porto Ercole

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martedì 10 settembre 2013

E' finita la scuola. La scuola è finita.

Di fronte ad una nuova classe in entrata in prima superiore, il mio primo istinto è di capire che cosa passa loro per la testa agli alunni che mi trovo davanti. Il primo giorno, di solito, sono intimoriti, timidi, silenziosi. Però ti studiano. Lo vedo dagli occhi, che si posano sulla mia figura, sul mio abbigliamento, sul mio viso. Alle prime domande, giusto per sapere da dove provengono, le risposte sono monosillabiche, brevi, incerte. E' solo il primo giorno, penso. Il secondo giorno una collega mi avverte che - Circolano "voci". - Che voci-, dico. - Che pretendi troppo- risponde.  Per uno scrupolo quasi infondato, mi sto riguardando i programmi dell'anno scorso. Pochi punti, quelli scontati, classici. Non un approfondimento, non un guizzo di originalità. Un programma banale, da Istituto tecnico. Si perchè, mi hanno detto, che cosa vuoi pretendere? Dobbiamo adeguarci al loro livello. Al collegio docenti è stato ribadito...in fondo i ragazzi sono cambiati, hanno altri interessi e bisogni, usano un linguaggio diverso, dobbiamo adeguarci. I genitori fanno la fila per parlare con il preside..chiedono poche interrogazioni e programmate, in modo che sappiano quando devono studiare. Chiedono che non vengano troppo pressati, non esiste mica solo la scuola! E poi molti lavorano. Che pretese questi insegnanti. Pensano che i loro figli possano sostenere due interrogazioni di due materie diverse in un giorno. Il preside ci chiede di considerare il fatto di inserire nella programmazione, le date delle interrogazioni. E va bene, adeguiamoci, tanto, penso, chi me lo fa fare. Chi me lo fa fare di ritrovare lo spirito, l'entusiasmo, la voglia di migliorare il livello culturale di questi ragazzi...chi me lo fa fare di considerarle persone in crescita, e non alunni di un istituto tecnico, che tanto non hanno bisogno di cultura generale. Chi me lo fa fare...Un alunno di seconda che è tornato nella nostra scuola dopo aver sperimentato l'anno scolastico precedente in un commerciale di Grosseto, mi ha detto che è tornato da noi in quanto là - non gli piacevano i professori...troppo severi!- - Severi in che senso- chiedo. - Nel senso che ci davano molto da studiare e in classe non si poteva neanche chiacchierare tra noi, altrimenti erano note- . -Ah ecco, vi davano da studiare e tu hai cambiato scuola- Bravo hai fatto bene, rispondo. Infatti anche io non pretenderò più che studino. Non pretenderò più che non parlino durante le lezioni. O che si alzino o che facciano la fila per andare in bagno a tutte le ore. Non pretenderò più che svolgano i compiti a casa o che si preparino per tutta la durata dell'anno. Tanto. Chi me lo fa fare. Chi mi lo fa fare di ricordare cosa era la scuola. La scuola è finita. E' finita la scuola.

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