Porto Ercole

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martedì 26 aprile 2011

Ma li conosciamo davvero questi ragazzi?

I ragazzi che vicino Sorano hanno massacrato due carabinieri a bastonate sono descritti da chi li conosce come bravissimi ed educatissimi ragazzi. Gli stessi genitori di uno dei minorenni hanno dichiarato che il figlio non aveva mai dato problemi prima, anzi, avendo lavorato tutta la settimana nel negozio di famiglia, l'uscita con gli amici a mezzanotte è stata descritta come un "premio" per il ragazzo. A volte osservo i miei alunni e le mie alunne in classe...silenziosi, rispettosi e apparentemente attenti alla lezione, con quei visini bianchi e gli occhi ancora pieni di sonno e mi fanno tenerezza...poi, a casa, leggo i commenti che alcuni di loro con cui ho l'amicizia, pubblicano su Facebook: le parolacce improponibili si sprecano, così come i racconti di serate passate a sbronzarsi...  la noia e l'insoddisfazione verso la vita li divora e non li riconosco. Allora mi chiedo se quei genitori conoscono veramente i loro figli...mi chiedo se è possibile che un ragazzo che si comporta in modo irreprensibile nella vita di tutti i giorni possa trasformarsi in un criminale le volte che esce con gli amici...mi chiedo come dei genitori responsabili possano far uscire un minorenne a mezzanotte senza sapere dove andrà, come passerà la nottata e considerare la cosa normale...credo che occorra ripensare a cosa voglia dire essere genitore, se davvero si debbano premiare i comportamenti dei figli quando non fanno altro che il loro dovere di lavoratori o studenti o se tali comportamenti non debbano rientrare semplicemente tra i doveri dei figli, dunque apprezzarli ma non esaltarli come fossero cose straordinarie! Credo inoltre che  non basti chiedere distrattamente ai figli:- Che hai fatto oggi a scuola?- Per poi ascoltare altrettanto distrattamente la risposta, ma seguirli nel loro percorso di studio anche interessandosi al racconto delle loro emozioni, dei loro dubbi o delle loro paure...infine credo che gli adulti debbano pretendere di conoscere le amicizie e i luoghi frequentati dai ragazzi, anche a costo di sembrare invadenti, in modo da intervenire con proposte alternative o da evitare che arrivino al punto di non capire le conseguenze delle loro azioni.     

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