Porto Ercole

Porto Ercole

venerdì 30 dicembre 2011

Anche le galline conoscono la propria strada!

In tempo di guerra possedere le galline significava quasi la sopravvivenza. A Porto Ercole le galline razzolavano libere sulle strade di ciottoli e sassi, salvo rientrare la sera nel proprio gallinaio, ricavato alla meglio in un campo aperto apparentemente senza proprietari.- E come faceva la gente a riconoscere le proprie galline? - Chiedo io a mia mamma intenta a raccontarci una delle sue immancabili storie surreali intorno al tavolo delle feste. - Ma con la calzetta colorata no? Le galline di Teresita avevano la calzetta rossa, quelle di Romilda i  la calzetta verde (  anche questi nomi  denotano la particolarità di questo strano paese e dei suoi strani abitanti ...), le nostre la calzetta gialla e così via. Al calar del sole, fra un coccodè e l'altro, le diligenti galline rientravano ognuna nel proprio pollaio, dritte dritte e senza neanche frecce e cartelli di indicazione, alla faccia di chi dice che siano animali poco intelligenti!  Insomma, una sera accadde che una delle galline di Teresita non tornò a casa. La donna, folle di disperazione, mani nei capelli e scene da sceneggiata napoletana alla Mario Merula fece gente...squadre di soccorso ben organizzate con torce ed altoparlanti, luci di segnalazione e mute da sub nell'eventualità che si fosse suicidata buttandosi in acqua per la disperazione di appartenere ad una con quel nome,  si misero all'opera per tutto il paese per ritrovare la gallina deseparesida. Macchè, del volatile nessuna traccia. Le matrone in circolo, braccia sui fianchi, commentavano l'accaduto, cercando di consolare la povera Teresita, colpita da cosìtanta tragedia...si avanzavano le più disparate ipotesi sui motivi della scomparsa...qualcuno ipotizzò che innamoratasi di un gallo americano fosse scappata su un bastimento carico di granaglie. - Di fronte alla possibilità che la sua gallina fosse andata incontro all'amore, Teresita si stava quasi quasi mettendo l'anima in pace, invidiando un poco che anche lei non avesse un becco e le alucce per volare verso nuovi mondi ( anche se l'idea di fare le uova ogni giorno forse le avrebbe fatto cambiare idea), quando improvvisamente, spingendosi a forza fra quelle natiche sovrabbondanti per arrivare al centro del circolo, mia mamma, la quale con l'ingenuità dei suoi 6 anni, non aveva ancora compreso che dire la verità non paga quasi mai, urla con quanto fiato ha in gola - Lo so io, lo so io dov'è la gallina di Teresita! Ho visto tutto! Romilda l'ha presa a bastonate e l'ha sotterrata vicino al suo gallinaio! - Lo schiaffo che mia mamma ricevette sulla bocca da mia nonna nel tentativo di fermare quel fiume di incaute e rovinose parole, precedette solo di pochi secondi l'azzuffamento di capelli accompagnato dai fuochi d'artificio di sassi e pietre  che seguitò tra Teresita  e Romilda, la quale aveva sorpreso la malcapitata nel gallinaio sbagliato che stava beccando il mangime delle legittime! Ma, povere galline, a nessuno era venuto in mente di assicurarsi che qualcuna di loro non fosse daltonica o avesse problemi di vista?

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