
Mi è venuta a mente questa cosa accorgendomi che il piano del mio comodino non si vede più, invaso dalle più svariate cose che non mi riesce togliere...per spolverare le sposto semplicemente, ma rimangono ancora lì, anche se evidentemente alcune occupano uno spazio non loro...prendiamo per esempio il pezzo di vetro di una lampada la cui parte superiore si è frantumata da un pezzo...funziona ancora, voltata verso il muro, perchè la luce che emana la lampadina all'interno è troppo forte dalla parte mancante. Come mai a distanza di mesi quel pezzo di vetro non è stato buttato o perlomeno riattaccato alla benemmeglio? In qualche angolino del mio inconscio quel pezzo rappresenta me stessa, il mio ossicino rotto che non si vuole attaccare oppure la mia fragilità che ogni tanto riemerge dalla scorza dura del mio essere? Buttare quel pezzo di vetro rappresenterebbe buttare una parte di me? E riattaccarlo alla lampada significherebbe rimettere insieme dei pezzi della mia vita, sapendo che rimettere insieme i pezzi non è sempre la soluzione migliore? Chissà se un giorno di questi, invece, butterò il pezzo di vetro e la lampada tutta, comprerò una bella lampada nuova fiammante e comincerò a fare ordine sul comodino, di penne che non scrivono, di libri che non ho mai letto, di contenitori di creme ormai vuoti...mi piacerà ricominciare? Non so...amo troppo la confusione della mia mente per ritrovare la lucidità delle cose che funzionano perfettamente...
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