Porto Ercole

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lunedì 9 gennaio 2012

La Metamorphosi di Narciso



Porsi di fronte ad un quadro e restarne rapiti. Porsi di fronte ad un quadro e non riuscire a staccare gli occhi dagli elementi che lo compongono. Porsi di fronte ad un quadro di una mostra in una città lontana e ritrovarsi con gli occhi lucidi dall'emozione...Eppure non è un bel quadro, angosciante, cupo e visionario come quasi tutti i quadri di Dalì. Ma c'e il cane là, che divora una carcassa putrida e lo sguardo cade sulle costole della magrezza e sulle zanne voraci...e la mano divorata dalle formiche che si incuneano nella pelle, mentre le dita sollevano un uovo, simbolo della rinascita da cui esce una stella alpina, quel fiore così forte e fiero e insieme delicato e puro...e Narciso inginocchiato sulla riva del lago, consapevole dell'inutilità della sua bellezza effimera  di fronte alla vanità delle cose e agli eventi casuali... questo vedevo mentre con la mente ripercorrevo gli ultimi eventi che hanno sommerso la mia vita. Un colpo al cuore le formiche che sgretolano la mano, scavando gallerie distruttive che solo quelle della loro specie sanno fare. E lo schifo di quella bestia vorace che si nutre di cadaveri come non ricordarmi della patologia delle calunnie a cui si attaccano le persone prive di anima per giustificare la loro pochezza andandola a ricercare in ignare vittime...quel Narciso stanco, spossato e addolorato che niente ha più della fierezza originaria, ma domina ancora protagonista la scena . E poi le lacrime scendono quando lo sguardo si posa sul piccolo fiore , così minuto eppure già dischiuso e presente, vivo nonostante riveda la luce in un mondo malato. Un'ora così, a guardare un quadro potrebbe sembrare un tempo così lungo da apparire sprecato. Eppure quando una voce mi ha chiamato per continuare finalmente il giro, ho pensato sorridendo a quanti, in un paese vicino a me, tra persone lontane da me , stanno /loro/  veramente  sprecando il /loro/ tempo e il /loro/ essere. 

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