Porto Ercole

Porto Ercole

lunedì 23 gennaio 2012

Ricordi

Ci fu regalata questa Lambretta DL 125 bianca, un pò vecchiotta, ma per due adolescenti come eravamo noi ci sembrò di avere svoltato. Scorrazzavamo per il paese, io stretta al mio primo amore, colui che sarebbe diventato mio marito, lui fiero che zighettava tra le macchine, orgoglioso di avere finalmente un "valido" mezzo di locomozione per passare il tempo e per permettergli di scovare angoli appartati, un pò fuori dal centro per spupazzarsi la fidanzatina. Il problema di quella Lambretta non era solo che ogni due per tre  fosse presa da una specie di attacco di tisi, fino a che esalava quello che sembrava essere l'ultimo respiro, per poi non dare più segni di vita se non dopo innumerevoli smadonnamenti e tentativi di rianimarla, no...il problema era che faceva così tanto rumore, che , tutti i randagi della zona, e pure quelli con regolari padroni a cui riuscivano a sfuggire, tanto era l'istinto animale, cominciavano a rincorrerci ululando imbestialiti, ringhiando a mò di belve inferocite verso quella che doveva apparire come un mostro di nonsisabenecherazzamacheminaval'orgogliodicanesenonl'avesseromorsicatoefattoabrandelli! Fatto sta che oramai al nostro passaggio il paese si fermava per assistere a quello che doveva sembrare uno spettacolo da circo itinerante per di più a gratiss: le casalinghe impegnate nello spolvero delle camere, si mettevano a braccia incrociate sui davanzali, il traffico di bloccava incurante degli ignari vigile che fischiavano impazziti dal sopravvenuto ed inspiegabile ingorgo, i negozianti ancora coi spicci  in mano facevano capolino sulla strada lasciando le acquirenti con la mano anchilosata in attesa del loro resto...a ciò si aggiungeva il fatto che le fauci dei cani, quando ci raggiungevano, arrivavano, nemmeno a farlo apposta, proprio a livello dei miei polpacci, per cui per tutto il tempo che uscivamo con quella specie di  motociclo io dovevo viaggiare con le gambe in alto, tese come due pali di legno, tanto che quando scendevo potevo benissimo far concorrenza alle contorsioniste di professione!!! Non vi dico le urla mie e le risate di chi ci vedeva passare! A qualcuno venne in mente di scommettere su quale cane mi avrebbe azzannato per primo ma io non ero per nulla contenta della cosa e oramai mi ero convertita all'uso di gambali protettivi in attesa che qualche anima buona inventasse dei paranchi da applicare alla famigerata di modo che le mie povere gambe potessero almeno avere un solido se pur precario sostegno! Che vita Renato...

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